Tra qualche settimana saremo chiamati a pronunciarci per il referendum costituzionale sulla riduzione del numero dei parlamentari.
Come indicato nell’incipit non intendo intervenire sul se e sul quanto sarà ridotto il numero dei parlamentari italiani (ciò è agone politico al quale mi sottraggo), ma sul come vengono eletti i rappresentanti del popolo, poiché il distacco pericolosamente crescente tra il cittadino e il Parlamento non è causato dal numero dei deputati e dei senatori quanto, invece, dalle modalità e dai meccanismi della loro scelta ed elezione.
Il problema è costituito dall’attuale legge elettorale che di fatto consegna ai partiti e ai movimenti politici il diritto di nomina dei parlamentari, sottraendolo colpevolmente al cittadino – elettore.
Gli eletti, a dispetto di ciò che avveniva in passato, non coltivano più il rapporto con il territorio e spesso non lo hanno neppure ab origine poiché vengono “catapultati” da altri territori. Gli stessi elettori in molti casi neppure conoscono il nome del parlamentare che li rappresenta e ciò è sintomo di un disagio assai grave: non si sentono rappresentati.
Mi chiedo: ma questo disagio, questo vulnus della situazione politica italiana, si risolve passando da 900 a 600 parlamentari? Oppure aumentando la soglia di sbarramento ed escludendo le minoranze?
Io penso invece che non è il numero ma sono la capacità, la stima e l’autorevolezza effettive e riconosciute dei parlamentari (e l’unico giudice è il Popolo e non le segreterie varie) a dover costituire il legame indissolubile che deve esserci tra il cittadino elettore e il Parlamento.
La soluzione, quella vera e definitiva, passa solo attraverso la legittima restituzione del diritto di scelta elettorale al cittadino e quindi mediante la reintroduzione del sistema elettorale proporzionale con preferenze, l’unico meccanismo in grado di restituire al territorio il diritto di essere rappresentato da persone effettivamente a conoscenza della sua storia, delle sue problematiche, delle sue esigenze e delle sue aspirazioni. E l’unico sistema in grado di costringere i partiti e i movimenti politici a candidare persone che, per la loro autorevolezza, per la capacità e per la stima di cui godono in quel dato territorio, abbiano maggiore probabilità di essere votate dagli elettori del territorio medesimo, con il quale dovranno instaurare e mantenere rapporti continuativi per tutto il corso della legislatura.
Concludo ribadendo che non è importante il numero ma è importante il come. La libertà di un uomo si realizza anche nel diritto di una scelta effettivamente libera e non predeterminata da decisioni prese da altri. L’uomo è libero solo quando può scegliere.