Giulietto Chiesa ricordato ad un anno dalla sua scomparsa
Svoltasi una cerimonia commemorativa nell'anniversario della morte
Il 26 aprile 2020 moriva improvvisamente Giulietto Chiesa.
La sera precedente partecipava alla sua ultima trasmissione su Pandora TV, il seguitissimo canale informativo che aveva creato qualche anno prima insieme ad alcuni stretti collaboratori.
“Non vengo più invitato nelle trasmissioni televisive” era la risposta che dava a chi gli chiedeva, speranzoso, di poter assistere alle sue disamine geopolitiche sui canali mainstream.
Giulietto Chiesa era stato, soprattutto negli ultimi anni, quasi ostracizzato da molti poiché considerato una potente voce fuori dal coro che metteva a nudo molte verità appannate ed induceva la gente che lo seguiva a porsi domande sulle numerose incongruenze delle principali visioni geopolitiche assunte dalla massa come certezze assolute.
Ma se molti esponenti delle opinioni convenzionali tendevano ad allontanarlo, qualcuno provando anche a screditarlo, per tantissima gente era una figura di riferimento, un prezioso aiuto alla comprensione delle vicende accadute nel mondo fino ad esattamente un anno fa.
In Italia come nell’area ex Sovietica.
Principalmente in Russia ma sostanzialmente in tutte le ex Repubbliche Sovietiche il ricordo di Giulietto Chiesa è fervido non solo nelle vecchie generazioni, quelle che lo hanno conosciuto come opinionista estero sulle loro televisioni e come corrispondente da Mosca “per l’occidente”, ma anche da quei giovani attenti a quello che accade oggi intorno a loro.
Viaggiando per il vasto spazio post sovietico citare il nome di Chiesa scongela spesso l’eventuale diffidenza iniziale che può venirsi a creare ad una prima conoscenza con le persone. Anche il suo nome ha contribuito, alla stregua di celebri cantanti ed attori, alla mitizzazione dell’Italia in quelle aree geografiche.
La Repubblica dell’Ossezia del Sud, stato indipendente de facto ma riconosciuto a livello internazionale solo da pochi altri paesi, nominò Giulietto Chiesa nel settembre 2017 come proprio Rappresentante al Parlamento Europeo. Carica per lo più simbolica ma segno della grande considerazione che il giornalista italiano godeva in quell’area del Caucaso.
A Tskhinval, la piccolissima capitale della repubblica osseta, la gente lo riconosceva per strada e, notandolo ai bordi delle stesse in procinto di attraversarle, fermava le proprie auto nel bel mezzo delle carreggiate e scendeva per salutarlo e ringraziarlo. Ringraziarlo per esser stato praticamente l’unico giornalista occidentale ad accorrere sul posto allo scoppio della guerra del 1991 /92 e portare la tragica storia di quel popolo alla ribalta internazionale.
Ma quella non fu l’unica crisi di cui si fece portavoce negli anni.
Seguì anche la situazione in Abkhazia, durante le stesse operazioni belliche che videro coinvolta l’Ossezia del Sud, e si occupò anche dei recenti drammatici fatti del Donbass e quelli più attenuati della penisola di Crimea.
In Italia Giulietto Chiesa ha avuto il potere di creare punti di contatto tra persone provenienti da estrazioni ideologiche ed esperienze del tutto differenti tra di loro.
Anche con questa motivazione c’è chi lo ha criticato, senza intuire però che la sua forza stava proprio in ciò: combattere oltre le ideologie per la diffusione di una verità critica molto spesso offuscata ed intorpidita e propinata pubblicamente come unica possibile.
Proprio oggi, a due giorni dal primo anniversario della sua morte, Giulietto Chiesa è stato ricordato tramite una cerimonia online da persone che lo hanno conosciuto ed erano legate a lui da motivi di amicizia e di collaborazione, collegatesi per l'occasione da varie parti d'Italia.
La moglie di Giulietto, Fiammetta Cucurnia comprensibilmente commossa, ha salutato gli interventi dell’onorevole Vito Comencini della Lega; dell’onorevole Pino Cabras del gruppo misto-L’Alternativa C’e’; del rappresentante in Italia dell’Ossezia del Sud Mauro Murgia; del presidente dell’associazione Veneto-Russia Palmarino Zoccatelli; del presidente del Centri Studi dedicato al generale Suvurov Marco Tirapelle; del presidente dell’Onlus AASIB operante nell’ambito ex sovietico con progetti rivolti a bambini con gravi problemi di salute Ennio Bordato; del corrispondente per l’Italia di vari media russi Eliseo Bertolasi; dello scrittore Roberto Quaglia; dell’analista geopolitico Giuliano Bifolchi; della presidentessa dell’associazione Russki Dom Marina Kholodenova; della direttrice artistica del concorso musicale internazionale “Città di Pesaro” Francesca Matacena; della rappresentante dell’Ossezia del Sud in Lombardia Maristella Miatello e di vari altri partecipanti all’evento.
Tra questi anche chi scrive, avendo conosciuto ed incontrato Giulietto Chiesa in diverse occasioni in Italia, in Russia ed in Ossezia del Sud.
Al di là del personaggio pubblico e della sua immensa conoscenza delle questioni internazionali Giulietto Chiesa era una persona con la quale poter conversare amabilmente, dalla battuta facile, dalle memorabili e sagaci barzellette che portavano alla grassa risata facendoti però riflettere essendo tutte storie derivanti dalle sue esperienze in giro per il mondo e dal suo vasto bagaglio culturale.
LUCA PINGITORE