Piemonte: Rapporto SNPA sugli impatti in Italia, rischi per tutti

alterazioni marcate nel Mar Ligure, Adriatico e Ionio Settentrionale; evidenze di stress idrico per le colture e le specie vegetali in alcuni casi studio analizzati da Snpa.

Piemonte: Rapporto SNPA sugli impatti in Italia, rischi per tutti
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Il resoconto del  Rapporto SNPA sugli impatti in Italia è allarmante, parliamo di mare e montagna.

L’ambiente alpino presenta evidenti tendenze alla deglaciazione. A causa dell’effetto combinato delle elevate temperature estive e della riduzione delle precipitazioni invernali, si registra una perdita costante di massa (Bilancio di massa dei ghiacciai, indicatore nazionale e caso pilota su Valle d’Aosta e Lombardia), con una media annua pari a oltre un metro di acqua equivalente (cioè lo spessore dello strato di acqua ottenuto dalla fusione del ghiaccio) dal 1995 al 2019: si va da un minimo di 19 metri di acqua equivalente per il ghiacciaio del Basòdino fra Piemonte e Svizzera al massimo di quasi 41 metri per il ghiacciaio di Caresèr, in Trentino Alto Adige.

A tali fenomeni si aggiunge una chiara tendenza al degrado del permafrost. L’analisi di due siti pilota regionali (Valle d’Aosta e Piemonte) evidenzia un riscaldamento medio di +0,15 °C ogni 10 anni con un’elevata probabilità di “degradazione completa” entro il 2040 nel sito piemontese: infatti si ha permafrost solo in presenza di temperature negative al di sotto dello strato attivo del suolo per almeno due anni consecutivi, condizione che rischia di scomparire al 2040.