Nina Moric si oppone – Luigi Mario Favoloso esulta senza aver vinto
Favoloso, lui si proclama innocente senza che vi sia ancora la prova certa. Nina Moric si oppone alla sentenza.
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La Procura ha chiesto l'archiviazione per Favoloso, lui si proclama innocente senza che vi sia ancora la prova certa. Sui social la Moric si difende: "Nessuna sentenza la strada è molto lunga"
Effettivamente, com'è solito di alcuni “vip” od improvvisati influencer, Luigi Mario Favoloso esulta su Instagram senza che abbia vinto nulla e con se la fidanzata Elena Morali che ha pubblicato delle storie, senza sapere nemmeno di cosa parlasse. Il vaneggiamento d'ignoranza si sa, è sempre dietro l'angolo.
L'indagine per maltrattamenti e stalking a carico di Mario Luigi Favoloso è ad una svolta. La Procura di Milano ha chiesto l'archiviazione per l'accusa di aver usato violenza contro l'ex fidanzata, Nina Moric, e suo figlio Carlos Maria Corona, tra il 2018 ed il 2019. E averla inoltre perseguitata con telefonate nel cuore della notte da numeri sconosciuti.
Il giudice per le indagini preliminari è pronto a fissare un'udienza in camera di consiglio per stabilire se il processo debba essere archiviato oppure se siano necessarie ulteriori indagini, ordinando l'imputazione coatta. Mario Luigi Favoloso non è stato ancora assolto - nonostante lui sui social scriva: "È la fine di un maledetto incubo. INNOCENTE" - e l'avvocato di Nina Moric, riporta Il Mattino, ha chiarito la situazione: "In verità non è mai stata emessa sentenza di assoluzione. Presenteremo un'opposizione alla richiesta di archiviazione".
Ma se da una parte Mario Luigi Favoloso festeggia sui social gridando all'assoluzione, ovviamente dato completamente falso, dall'altra Nina Moric sottolinea, ad oggi giustamente e con coerenza, che una sentenza non è stata ancora emessa: "Visto che una sentenza non è ancora stata emessa non resta altro che aspettare, mentre già c'è chi festeggia senza alcuno motivo. Io non ho mai dato importanza a ciò che oggi sarebbe stato deciso perché chi realmente conosce le dinamiche di un processo sa bene che la strada è molto lunga".
Nel pubblicare una lunga nota su Instagram, Nina Moric è tornata a parlare della vicenda delle violenze, difendendo la sua scelta di denunciare: "Io non ho mai voluto fare il male di nessuno. Ho sempre creduto nella giustizia e nella verità. Le persone però molto spesso riescono a proclamarsi innocenti senza aspettare una vera sentenza da parte di un giudice. Mi chiedo come una persona che racconta esclusivamente la verità passi per una instabile, sociopatica ma soprattutto bugiarda. Molti mi attaccano non conoscendo i fatti realmente accaduti. Poi non stupiamoci perché molte donne non denunciano e si arrivi sempre quanto ormai è troppo tardi".
Di chi sia la ragione ad oggi non è certo, ma è assodato che tra archiviazione ed assoluzione vi siano nette differenze che Luigi Mario Favolo e la fidanzata Elena Morali, dovrebbero al meglio approfondire ed imparare
COS'E L'ARCHIVIAZIONE
L' archiviazione non è una assoluzione. Il PM, appena ha conoscenza di un fatto che presenta i connotati del reato, deve far cominciare immediatamente le indagini preliminari. La notizia di reato può essere raccolta direttamente dalla polizia giudiziaria oppure, come spesso accade, dalla denuncia di un cittadino.
Al compimento delle indagini, se si ritenesse di aver raccolto sufficiente materiale per dimostrare la colpevolezza dell’indagato, si chiede al giudice il rinvio a giudizio dello stesso; in caso contrario, si dovrà chiedere l’archiviazione. In pratica, il magistrato del pubblico ministero chiede l’archiviazione quando la notizia di reato potrebbe risultare infondata o priva di elementi che possano indicarne la colpevolezza, ma putroppo in Italia è una discrezionalità di interpretazione. Di fatti spesso con l'opposizione, vi sono processi che vengono attivati per poi arrivare con sentenze definitive di colpevolezza.
COS'E L'ASSOLUZIONE
A differenza della vantanta, ad oggi, finta assoluzione di Luigi Mario Favolso, l’assoluzione quella vera, è pronunciata dal giudice con sentenza ogni volta che la colpevolezza dell’imputato non sia provata al di là di ogni ragionevole dubbio. In pratica, nel processo penale è la pubblica accusa (rappresentata dal p.m.) a dover dimostrare che la persona seduta al banco degli imputati si sia macchiato del reato contestato.
Da un certo punto di vista, l’imputato è avvantaggiato perché non deve dimostrare la sua innocenza: è l’accusa a dover provare il contrario. Di conseguenza, tutte le volte in cui dal giudizio emerga la piena innocenza dell’imputato, l’estraneità ad un reato commesso da altri, l’assenza di uno degli elementi fondamentali ad integrare il crimine (ad esempio, l’elemento psicologico), ovvero quando il fatto è stato compiuto ma per la legge non è (più) reato, allora il giudice dovrà assolvere l’imputato.
Il giudice è tenuto a pronunciare sentenza di assoluzione anche quando vi siano sospetti sulla colpevolezza dell’imputato, ma non si sia raggiunta quella certezza richiesta dalla formula “colpevole al di là di ogni ragionevole dubbio”. In poche parole, anche se ci sono indizi e sospetti a carico della persona accusata, essi non bastano a far emettere una sentenza di condanna: anche in questa circostanza, quindi, il giudice dovrà pronunciarsi con assoluzione.
Assoluzione e archiviazione: le differenze?
Son ben chiare le differenze tra archiviazione e assoluzione :
- l’assoluzione è pronunciata dal giudice con sentenza, mentre l’archiviazione è presentata dal p.m. al giudice, il quale la dispone con decreto;
- l’assoluzione, in quanto sentenza e, perciò, atto (tendenzialmente) definitivo, preclude la possibilità di intentare nei confronti della stessa persona un nuovo procedimento che abbia ad oggetto lo stesso reato per il quale è stata pronunciata l’assoluzione; l’archiviazione, invece, non preclude che in futuro le indagini possano riaprirsi;
- l’archiviazione può essere chiesta solamente durante le indagini preliminari; l’assoluzione, al contrario, può essere pronunciata finanche in appello;
- l’archiviazione, essendo cronologicamente anteriore, evita il rinvio a giudizio: ciò significa che la persona indagata non diverrà mai imputata;
- contro la sentenza di assoluzione può essere proposta impugnazione dal pubblico ministero, anche se pronunciata in secondo grado; contro il decreto che dispone l’archiviazione, invece, è possibile proporre ricorso per Cassazione solamente nei casi eccezionalmente previsti dalla legge.
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