Malpensa, insicurezza delle lavoratrici delle pulizie
di Giuseppe Criseo
La questione dei senza-tetto che stazionano a Malpensa, come nelle stazioni ferroviarie oppure negli ospedali, si trascina da tempo, anche se obiettivamente gli strumenti per risolverla non sono semplici e chi scrive ha testato sul terreno associazioni e seguito diversi casi.
Chi si trova nella situazione difficile dopo aver perso lavoro, famiglia e reddito entra in uno stato da cui è difficile uscire.
Fatta questa premessa, è però ovvio che chi non sta bene non disturbi chi lavora e non ha colpe del disagio altrui, anche se tutti dobbiamo preoccuparci del disagio, della solitudine, delle malattie e della crisi di chi non ce la fa e si rifugia al caldo.
Il loro disagio è umanamente comprensibile, ma non deve essere motivo ne scusante per arrecare danno e disturbo a chi lavora e cerca di portare a casa il pane per la famiglia.
I senza-tetto stazionano, qualcuno è pure residente in aeroporto oppure nelle piazze persino in panchine, ma non si deve permettere di minacciare altre persone, come accaduto al Terminal 2, ma anche al T1 la situazione non è diversa.
Gli addetti/e alle pulizie sono costretti/e a raccogliere materiale di vario genere abbandonato dopo le notti trascorse in aeroporto: fazzoletti, bottiglie, carta igienica usata, cartoni, vestiario, ecc.
Uno schifo che non può essere tollerato, eppure il personale fa finta di nulla per comprensione dell'altrui disagio, però a tutto c'è un limite.
C'è chi si prostituisce, chi grida in piena notte, chi impreca, chi minaccia, chi comanda agli altri decidendo gli spazi in cui dormire.
Situazioni limite in cui volontari, personale medico, forze dell'Ordine, dipendenti aeroportuali e delle pulizie assistono e cercano di moderare i toni per rispetto delle situazioni di disagio che talvolta portano ad eccessi che non si possono tollerare.
Uno sforzo maggiore di associazioni, enti, e operatori sociali che coordinandosi trovi uno sbocco per coloro che eccedono e superano la decenza è quanto mai auspicabile.