Lo sgomento del lettore(Albani) sul medico di Varese
Indignazione del nostro lettore
Buongiorno,
Con La presente per fare una considerazione sullo spiacevole episodio capitato nella provincia di Varese, dopo aver letto un articolo che trattava delle espressioni omofobe rivolte da un primario nei confronti di un paziente durante un’operazione.
Sono rimasto davvero senza parole e profondamente colpito, credo che il rispetto di idee e posizioni diverse sia l'essenza della vita e della pacifica convivenza.
Come credo anche nel rispetto della liberta' di coscienza e di espressione, ma ciò non toglie che abbia trovato assolutamente inaccettabili e intollerabili le parole con cui un professionista della salute si è rivolto ad un paziente sotto i ferri, una discriminazione davvero grave.
Tutta la mia solidarietà nei confronti del Signore che sotto operazione, in un periodo peraltro di massima emergenza sanitaria a causa del Covid-19, ha a posteriori saputo di aver subito questi insulti omofobi.
Un grande applauso, invece, va ai membri dell'equipe che non hanno lasciato impunito questo atteggiamento e con grande senso civico hanno avuto il coraggio di segnalare l’accaduto alla Direzione Generale.
È proprio il modo in cui si è conclusa questa vicenda che mi fa ancora credere nel grande talento dei professionisti che operano nel nostro Sistema Sanitario Nazionale, espressione di eccellenza per la Sanità pubblica.
Visto che il protagonista della vicenda è un primario, vorrei citare, non per dare una lezione ma per invitare alla riflessione, l’art. 3 del Codice deontologico dei medici, che tratta dei Doveri e delle Competenze del medico, che sono: << [...] la tutela della vita, della salute psicofisica, il trattamento del dolore e il sollievo della sofferenza, nel rispetto della liberta' e della dignita' della persona, senza discriminazione alcuna, quali che siano le condizioni istituzionali o sociali nella quali opera>>.
Vorrei inoltre fare riferimento, partendo dalla mia prospettiva professionale, anche all’art. 3 del Codice deontologico dell'infermiere, che peraltro tra gli autori vede protagonista il Dott. Aurelio Filippini, Presidente dell'OPI di Varese (Ordine delle Professioni Infermieristiche): <<L'infermiere cura e si prende cura della persona assistita, nel rispetto della dignita', della liberta', dell' uguaglianza, delle sue scelte di vita e concezione di salute e benessere senza alcuna distinzione sociale, di genere, di orientamento della sessualita', etnica, religiosa e culturale. Si astiene da ogni forma di discriminazione e colpevolizzazione nei confronti di tutti coloro che incontra nel suo operare>>.
Non aggiungo altro, meditate gente ... meditate. Alessandro Albani
Allego foto del sottoscritto insieme al Presidente OPI provincia di Varese Dott. Aurelio Filippini