Bullismo e cyberbullismo, libro di MAURIZIO COLANGELO E ROSJ GUIDO

corresponsabilità tra scuola, famiglia e istituzioni

Bullismo  e cyberbullismo, libro di MAURIZIO COLANGELO E ROSJ GUIDO

RECENSIONE DEL 4.12.2020 SUL LIBRO: “ MODELLI ETICO VALORIALI PER LA PREVENZIONE DEL BULLISMO E CYBERBULLISMO: UNA CORRESPONSABILITA’ EDUCATIVA TRA SCUOLA FAMIGLIA ISTITUZIONI” AUTORI MAURIZIO COLANGELO E ROSJ GUIDO

Un fenomeno grave, ed anche drammatico, se si considerano le lancinanti sofferenze psicologiche – e non solo - delle vittime, e i traumi che le segnano, spesso in maniera permanente; ma anche un fenomeno elusivo, sfuggente, difficile da definirsi con precisione nei suoi aspetti sia qualitativi sia quantitativi. A partire dalla domanda: ma veramente è in forte aumento, oppure semplicemente se ne parla di più?

In ogni caso, il bullismo è per molti versi un elemento che contribuisce a caratterizzare il clima sociale del nostro tempo. Soprattutto tra i giovani, comportamenti prepotenti e violenti nei confronti di individui più deboli ci sono sicuramente sempre stati. Ma oggi sono diventati quasi un “topos” codificato. In questo il ruolo dei media non è solo quello di amplificarne l’eco e magari persino di stimolare negative emulazioni, bensì di segnalare una acutizzazione e stereotipizzazione. Una sorta di nuovo livello, strettamente legato anche alle trasformazioni non solo comunicative, ma anche cognitive e antropologiche, innescate dai media digitali.

Di fronte a questa realtà, lo studio di Maurizio Colangelo e Rosj Guido risulta di estremo interesse e utilità. L’approccio è al tempo stesso rigoroso e di ampio respiro. Gli autori muovono non da una nozione generica del fenomeno, ma da una stringente definizione scientifica, basata sugli studi più aggiornati sul tema, e svolgono una indagine a più livelli. Prendono in considerazioni gli aspetti di psicologia individuale, di relazioni familiari, di più ampio contesto socio-educativo, e non esitano ad addentrarsi anche nel campo delle considerazioni etico-valoriali.

Oltre alla disserzione delle dinamiche che caratterizzano la figura di colui ( o colei) che esercita gli atti di bullismo, particolarmente illuminante è l’analisi del terminale opposto della prepotenza: la vittima. Sotto questo profilo, lo studio affonda la lama dell’indagine su un aspetto spesso poco indagato, contribuendo a evidenziare la complessità che rende più problematico il compito di affrontare la materia.

Bullismo e cyberbullismo appaiono così quasi come nodi neurali dove si intrecciano carenze educative, disagio sociale, conflitti familiari, ma anche il venir meno di punti di riferimento etici e comportamentali che caratterizzano una società resa sempre più “liquida” da epocali trasformazioni sociali e mediatiche. In questa prospettiva, per contenere e frenare queste terribili forme di crudeltà adolescenziale gli autori indicano una direzione che giustamente è tutt’altro che semplice e semplicistica: si tratta di coinvolgere – scrivono - “tutti gli attori interessati nella costruzione di una società includente, solidale, capace di migliorare la vita dei giovani perché possano realizzare sé stessi e il proprio futuro”; ben diversa dal modello oggi dominante di una società senza più punti di riferimento stabili, caratterizzata da un’eccessiva competitività e soprattutto da un falso benessere, nella quale le persone appaiono deboli e fragili nella gestione delle dinamiche relazionali e in cui le occasioni di violenza trovano sempre più terreno fertile.”

In questo senso i “bulli” e le “vittime”, questi ragazzi disorientati e soli nel loro atroce vortice di sopraffazione e sofferenza (spesso consumato in quel “mondo di mezzo” costituito dai social media - né privato, né pubblico, e quindi sfuggente ai sistemi di regole di entrambi gli ambiti), ci stanno in realtà parlando di noi.

E ci chiedono, ci implorano, di cambiare.

Dott Oliviero Bergamini

Vicedirettore
RaiNews24