La Ugl tuona: "Fermare esodo operatori sanitari verso l'estero"

Tanti professionisti attratti da stipendi migliori e garanzie contrattuali

La Ugl tuona: "Fermare esodo operatori sanitari verso l'estero"
Gianluca Giuliano, Segretario Nazionale Ugl Salute

Fermare la grande fuga verso l’estero. “È una delle priorità che la Ugl Salute si pone per bloccare l’esodo dei medici italiani e di tutti gli operatori sanitari oltrefrontiera, attratti da stipendi migliori e da prospettive di crescita professionale che l’Italia, ancorata a vecchi schemi con mancanza di stabilità e garanzie, non riesce ad offrire” commenta il Segretario Nazionale Gianluca Giuliano.

“Nel Lazio – dice ancora il sindacalista – sono circa 1.000 i giovani medici che hanno deciso di preparare la valigia ed accettare le migliori offerte provenienti dal resto d’Europa. Il discorso si estende, ovviamente, a tutta l’Italia che nell’ultimo decennio ha perso oltre 10.000 professionisti medici che sono andati a migliorare la qualità dell’assistenza con la loro professionalità, delle altre nazioni. È evidente come il SSN sia vittima di un corto circuito prolungato a cui bisogna porre rimedio in tempi brevissimi e con decisioni drastiche.

È paradossale - prosegue il sindacalista -  che professionisti formati dalle nostre università con un importante costo annesso debbano fuggire dal nostro paese e il nostro SSN continui ad avere da decenni carenze degli organici oramai strutturali. Si dovrà intervenire urgentemente sugli stipendi adeguandoli al quelli di altre nazioni europee. In Italia il salario medio del personale medico è di 32.600 euro, alle spalle di Francia e Gran Bretagna, dove si sfiorano i 38.900 euro e della Germania che offre ai suoi professionisti uno stipendio base superiore di 10.000 euro. In queste nazioni poi, la gran parte dei rapporti di lavoro sono a tempo indeterminato, mentre in Italia il ricorso a contratti a termine è un malvezzo diffuso.

È ora che si intervenga – conclude Giuliano – e per questo chiediamo al Presidente Draghi e al suo Governo di correre con urgenza ai ripari per non continuare a disperdere un patrimonio assoluto della sanità italiana”.