La Procura di Messina smentisce: non c’è alcuna inchiesta in corso

Resta, comunque, il “richiamo” del procuratore De Lucia in merito alla “sezione parallela” di vigili urbani di polizia giudiziaria

La Procura di Messina smentisce: non c’è alcuna inchiesta in corso

IL PROCURATORE DI MESSINA

SCENDE IN CAMPO PRO DE LUCA

La Procura di Messina smentisce: non c’è alcuna inchiesta in corso per quanto riguarda la sezione “parallela” (al Comune) di vigili urbani destinati alla polizia giudiziaria. Di conseguenza non ci sono vigili indagati. Non solo. L’inchiesta sulla mortalità da Covid nella casa di riposo “Come d’incanto” (37 morti causati dalla visita incosciente di un “allegro sciatore” proveniente da Madonna di Campiglio in piena pandemia) non è stata trasferita alla Procura di Reggio Calabria, competente per la sorveglianza su distretto giudiziario di Messina, ma è in carico e ancora in corso a Messina.

Le due smentite (la prima ad indiscrezioni di stampa, la seconda, per quanto riguarda la titolarità dell’inchiesta, al sindaco De Luca) sono state diramate direttamente dal procuratore di Messina, De Lucia, che ha così inteso porre fine ad un gioco proiettato al massacro nei confronti del primo cittadino. Si aprono, però, altre supposizioni.

Chi e perché ha deciso di screditare la figura e le funzioni del sindaco De Luca? A scopo politico oppure personale? Il sindaco, in un intervento sulla sua pagine di Facebook, ha parlato di “poteri forti” che avrebbero deciso di farlo fuori perché le sue iniziative “danno fastidio” in quanto metterebbero in risalto cosa si sta facendo e non si è fatto nelle passate amministrazioni. Secondo De Luca, quindi, il venticello della calunnia tenderebbe a screditarlo per intaccare la fiducia di quanti credono nel suo operato. E potrebbe anche essere, se non fosse anche che il suo modo di proporsi non pare proprio quello che si addice al sindaco della tredicesima città d’Italia.

Resta, comunque, il “richiamo” del procuratore De Lucia in merito alla “sezione parallela” di vigili urbani di polizia giudiziaria, che, sempre organi di stampa (perlopiù on line) hanno attribuito come istituzione a De Luca. Il che non risponde a verità in quanto la sezione di vigili urbani addetti alla polizia giudiziaria che non rispondono alla Procura della Repubblica, oggi è ubicata nel Palazzo della cultura, ma esiste da diversi anni, almeno dal 2006. Che De Luca possa essersene servito potrebbe essere possibile, ma certamente non è il “padre” della sezione.

Il procuratore De Lucia,però, non ha fatto cenno all’inchiesta, sempre a detta di alcuni organi di stampa on line, che sarebbe stata avviata per individuare che, su Facebook, mise in circolo alcuni nomi degli “allegri sciatori” provenienti da Madonna di Campiglio, uno dei quali avrebbe contagiato la madre, poi morta, dando il via ad una catena di altri 36 decessi. Secondo le indiscrezioni chi ha fatto i nomi dei possibili “untori” sarebbe stato individuato, compito questo non difficile da portare a termine per il fatto che chi scrive su Facebook non è certamente anonimo. Così cose non può essere anonimo che avrebbe contagiato la madre, poi morta, provocando i decessi di 37 persone complessivamente. Effettivamente individuare questo “untore” non dovrebbe essere difficile, e considerato che (come afferma il procuratore De Lucia) è rimasta a Messina, mentre sgombra i sospetti su presunte presenze “pesanti” fra i componenti della allegre comitive di sciatori, fa chiedere il perché, ormai a distanza di un anno, non si è ancora conclusa un’inchiesta che dovrebbe basarsi su evidenze incontrovertibili.

gam