La Primavera Araba non è mai cessata

La Primavera Araba non è mai cessata

La Primavera Araba non è mai cessata, ma io lo chiamerei Rinascimento Islamico

Nel giugno del 2009 il Presidente degli Stati Uniti d’America Barack Hussein Obama parlò al Cairo, in Egitto, di fronte a un’ampia platea che poi inserì il contributo del primo “colorato” alla Casa Bianca nel più ampio fenomeno di Piazza Tahrir, Piazza della Libertà, concetto sacro a Washington e New York. Erano passati esattamente 30 anni dalla Controrivoluzione di Teheran.

Oggi, leggiamo sui giornali che in quella Piazza si è tornati a manifestare, leggiamo che se n’è aggiunta un’altra, di Piazza Tahrir, quella di Baghdad. Il Libano, la “Svizzera del Medio Oriente” è attraversato dalle stesse Donne e dagli stessi Giovani che “all’europea” chiedono Diritti Umani, Sociali ed Economici. Ma, del resto, anche in Sudan e in Algeria il fenomeno della rivolta parimenti patriottica, parimenti femminista e parimenti generazionale ha preso piede.

Mi tornava in mente un editoriale del nostro “Charlie Hebdo”, il toscano “Vernacoliere” ad opera dell’anticlericale Mario Cardinali che, inquietato dalla scia di sangue sulla Francia, parlava di “Medioevo musulmano”, un concetto molto in voga a Sinistra, tra patriottici, femministi e giovani allo sbando. Un concetto succube delle teorie di Oriana Fallaci, ideologa più che mai dichiarata del pensiero neo-con; di una Sinistra che rincorre la Destra sul tema del Razzismo.

In Germania, nel tardo Ottocento, si svilupparono correnti e spinte neo-pagane, le prime in assoluto, all’interno del più vasto fenomeno del Romanticismo, una di queste correnti era il Völkische Bewegung, dal quale poi scaturì il Nazionalsocialismo, come mostra magistralmente George L. Mosse nei suoi testi. Non significa che non ci fossero altri movimenti, che si rivelarono innocui. In Italia, invece, dall’ultima evoluzione del pensiero patriottico azionista, nacque il fenomeno dell’Arditismo di guerra, che si rivelò meno innocuo (fortunatamente, però) nelle componenti “benigne” (oggi si dice democratiche) ovvero nell’Arditismo popolare e più nefasto in quelle violente, che si chiamano ancora tali, portando alla vittoria del romagnolo Benito Mussolini per errori mastodontici di Socialisti e PCd’I malgrado la posizione di Antonio Gramsci, Lev Trotsky e lo stesso Vlad Lenin in favore di personaggi che furono, a torto, reputati “avventurieri”.

Queste sono le principali motivazioni di divisioni all’interno della Sinistra, delle Sinistre e anche di tutti coloro che si rifanno all’universo lunare più che a quello solare. La radice però la si ritrova nel fatto che gli eredi di Bisanzio ebbero la loro “luce” nell’Egira di Mohammed, mentre gli eredi di Ravenna ebbero la loro “luce” nella Bastiglia, pur essendosi destati sin dal Quattro-Cinquecento sotto molteplici aspetti, senza mai trarne le conclusioni corrette. Il mondo della Mecca e di Medina, ha portato avanti la battaglia dell’amore per la Cultura e quello di Parigi quello dell’amore per la Donna. In realtà, però, nessuno si sognerebbe di dire che a Parigi e in Europa governa l’ignoranza e quindi è piuttosto improprio credere che in Oriente domini la misoginia. Perché questo? A causa dell’impostazione biblico-evangelica, presente in entrambi i mondi, risulta difficile occuparsi tanto di cultura quanto di amore (semplicemente prendendo per buone le affermazioni dei testi) dunque per un mero e animale istinto di sopravvivenza si svilupperanno nei due mondi divisi modalità di apprezzamento, godimento ma anche elevazione della componente subordinata.

Come risolvere questa eterna divisione? Io credo, sommessamente, che questo sia l’obiettivo (frutto di spiriti più animali che intellettuali) dei rivoluzionari del 2011, tornati alla ribalta nel 2019 nelle medesime città, regioni, capitali e in altre ancora, ad esse collegate direttamente, indirettamente o parallelamente. Questi giovani devono essere ascoltati.

Perché? Ci si domanderà, appoggiare il Rinascimento islamico? Perché unire i due mondi? Perché il pensiero greco-romano si rigenerò solamente a Est pochi decenni dopo la fine della Filosofia classica portata in Politica sino a Giustiniano Imperatore, e noi abbiamo bisogno di quella fonte da sempre, per realizzare sul serio ciò che noi chiamiamo “rivoluzione”. Solo in Egitto questo è sempre stato compreso coscientemente, per questo il successo della Rivoluzione del 2011, mondiale quanto la Francese, la Russa o la Cubana e oggi la Bolivariana. Ciò che non abbiamo compreso è perché anche l’Europa (Roma e Italia comprese) ed anche l’America Latina, nel 2011 come nel 2019 scendano in strada.

Qual è la risposta? La risposta non può che essere ricercata se non passando per il pensatore germanico Rudolf Steiner e la sua Antroposofia. Steiner si sforzava di rendere scientificamente intelligibile, comprensibile e soprattutto dimostrabile non concetti, bensì esistenze quali l’anima, lo spirito, i legami astrali. Nessuno ha mai pensato che l’icona del “Che” sia qualcosa di divino? Che i canti degli Inti-Illimani, di Victor Jara, di Violeta Parra, di Teresa De Sio, di Fabrizio De André, degli Anarchisti armati di Spagna avessero e abbiano qualcosa di trascendentale? Perché questo? Semplicemente - è la mia opinione - perché si tratta di correnti di Pensiero e di Azione che concepivano e/o concepiscono il Comunismo in modalità spirituale. Ma l’imbalsamazione di Lenin, cosa sarebbe mai, se non trascendenza?

Lorenzo Proia