La preoccupazione della Bellanova
Coronavirus, sale la tensione
Registro con grande preoccupazione quello che sta accadendo nel Paese: persone per bene che scendono in piazza perché hanno paura di non riuscire a farcela. È di questo che dobbiamo occuparci. Intervenendo sulle reali criticità, trasporti e sanità. Lo diciamo, inascoltati, da giorni. Esattamente come abbiamo sempre motivato il disaccordo sulla chiusura alle 18 dei ristoranti che consideravamo e consideriamo uno sbaglio. Un giudizio mai modificato e ribadito sabato fino alla fine. Con tutti i perché. Sono offensive le dichiarazioni di chi dice che abbiamo cambiato idea: mente sapendo di mentire. Tra forze di maggioranza che si rispettano è intollerabile. Unità e condivisione sono termini sostanziali, non di facciata. L’unità è un esito, un fatto politico, non una petizione di principio. La nostra posizione non è mai cambiata, così come la richiesta di avere a disposizione gli stessi dati scientifici in possesso del Ministro della Salute. Nessuna risposta.
Pari dignità e unità vanno di pari passo. A che servono le riunioni di maggioranza se non per misurarci su decisioni anche in base ai quadri di conoscenza?
Chi ha fatto sacrifici e investimenti per rispondere pienamente alle norme dettate dal Governo, non deve essere penalizzato. Ristoranti, palestre, teatri, cinema, non fa differenza. Lo diciamo da settimane, lo abbiamo detto sabato, lo ripetiamo adesso. Deve essere chiaro: penalizzare il settore horeca significa danni enormi a quel settore e alla filiera agroalimentare. Nel Decreto Agosto avevamo individuato come strumento la decontribuzione. La riproporremo anche stavolta con una misura concomitante: aiuti a fondo perduto per quei prodotti di eccellenza che trovano nell’horeca lo sbocco principale e rischiano di subire di conseguenza le perdite maggiori.
Dal mondo della ristorazione continuano ad arrivare fortissimi segnali di preoccupazione, le manifestazioni si vanno moltiplicando. Eppure proprio il Ministro Gualtieri sabato aveva confermato il totale appoggio del settore, che avrebbe assicurato un plauso visto che i ristori sarebbero stati addirittura il doppio di quanto richiesto. Direi che più di qualcosa non torna. Di certo non la coerenza di Italia Viva.