Il Covid a Messina sembra essere un mistero

Covid, nessuno è in grado di quantificare la sua presenza.

Il Covid a Messina sembra essere un mistero
Messina

IL COVID A MESSINA

MISTERO DA CHIARIRE

Il Covid a Messina sembra essere un mistero: tutti sanno che c’è, nessuno è in grado di quantificare la sua presenza. Tranne l’Asl che, bontà sua!, non fornisce i numeri dettagliati ma li dà cumulativi, per tutta la provincia. Così i messinesi, al contrario degli abitanti di Cesarò e San Teodoro, o di quelli di Galati Mamertino, Giardini, Taormina e via dicendo non sanno (e non sapranno?) quanto dovranno stare “attenti” durante le loro uscite per via della percentuale si diffusione. Aiutandosi con la “storia”,  si riesce a comprendere che si ha a che fare, in questo momento, con numeri ben diversi rispetto a quelli della prima fase, che si contavano sulle dita di una mano, tranne il caso di una casa di riposo per anziani, dove si sono contate almeno 36 vittime (il tutto dovuto alla  visita improvvida di un figlio alla madre al rientro da una vacanza sulla neve in una zona proibita, visita effettuata senza avere prima osservato il periodo di quarantena); numeri che dall’inizio della seconda fase della pandemia sono cresciuti di giorno in giorno, arrivando a far contare, sabato, 200 contagiati per regredire, ieri, a 133. Nei 200 casi di sabato, però, ben 150 erano da dividere fra Cesarò e San Teodoro, ma non si ha alcuna notizia sui 50 contagi che mancano: quanti a Messina? Quanti da dividere con gli altri 105 comuni della provincia. E quanti sui 133 casi registrati ieri sono da dividere fra città capoluogo e provincia?

Il tutto fa parte di una strategia precisa, cercare di non allarmare più di tanto la popolazione, ma questo è solo un tentativo in quanto il rovescio della medaglia, non sapendo dove in effetti si manifestano di casi di Covid, fa allarmare ancor di più, quantificandoli alla sola città. Ed è allarmante, inoltre, l’assenza di una presa di posizione del sindaco, in questo momento, dopo che, nella prima fase della pandemia, aveva minacciato, addirittura, di blindare la città, non facendo transitare neanche quanti, dalla Penisola, “fuggivano” in Sicilia dai luoghi in cui il Covid imperversava e prima che il governo dichiarasse il lockdown. Il sindaco De Luca, invece di tranquillizzare i messinesi (ma anche gli abitanti della provincia essendo egli anche sindaco metropolitano) se ne sta tranquillo, non fornisce dati, preferisce trascorrere i week end nell’aventiniano Fiumedinisi, da dove mette in rete foto che lo ritraggono mentre sbuccia fagioli appena raccolti nel giardino di casa. Un comportamento (il silenzio e le foto agresti) che incoraggiano quanti sostengono, come quella donna palermitana, che il Covi non c’è e se c’è è qualcosa di poco più di una semplice influenza e sciamano per le strade e sulle spiagge come greggi, ammassandosi senza mascherine e distanziamento. Facendo in modo, cioè, che i contagi da Covid anche per le prossime settimane siano scontati e numerosi.

gam