Coronavirus. Oggiona S.Stefano (VA) il medico di famiglia non esce

Coronavirus. Oggiona S.Stefano (VA) il medico di famiglia non esce

Coronavirus, la paura è tanta e pure qualche medico di base non esce, parliamo di  Oggiona S.Stefano (VA), ma il problema è nazionale.

Ci sono giunte segnalazioni di pazienti che potrebbero non esserlo piu' in futuro, questa seconda "ondata" era prevedibile e prevista e visto quello che ci costa la sanità, sia al Governo che in Regione, avrebbero dovuto e potuto provvedere a creare sul territorio, le strutture sanitarie occorrenti.

Il problema indifferibile è il coronavirus, ma alle spalle ci sono decenni di abbandono e di tagli senza grandi proteste da parte dei cittadini e neppure della maggior parte della classe politica che quando governa fa danni salvo poi protestare addossando le responsabilità ai governi precedenti ( non c'è molto da scegliere ).

Veniamo al punto: a Oggiona le proteste salgono c'è un solo caso, ma basta visti i numeri dei pazienti in ballo.

Il medico da chi dipende?

"I medici non sono dipendenti delle aziende sanitarie, ma prestano i loro servizi dietro uno specifico accordo, operano cioè in “convenzione” con il Servizio Sanitario, valutando le cure e gli approfondimenti necessari per i pazienti, regolando l'accesso ad esami, visite specialistiche, ricoveri e trattamenti (farmacologici e non)."

Punto non indifferente della questione, come chiarisce Altroconsumo.

Il medico di famiglia è un medico di Medicina Generale, ha il compito di visitare, prescrivere farmaci ed indirizzare se serve, ad uno specialista.

Il medico deve garantire la continuità dell’assistenza sanitaria, e se manca farsi sostituire da un collega, deve avere una  cartella relativa a ogni paziente.

La disponibilità del medico di famiglia deve essere di cinque giorni a settimana e tra i compiti, ha anche la visita a domicilio che spetta ai pazienti, se impossibilitati a muoversi.

 «Per le cure a casa dei pazienti con Covid noi medici di famiglia siamo fermi alle indicazioni che ci sono state fornite tra marzo e aprile», segnala all'Ansa il segretario nazionale della Federazione dei medici di famiglia (Fimmg), Silvestro Scotti

Sulla questione da tempo, ha scritto Cittadinanza Attiva:

Le visite domiciliari vanno richieste entro le ore 10.00 del mattino e, in tal caso, il medico è tenuto a effettuarle in giornata, il prima possibile. Le visite richieste dopo tale ora, invece, possono essere effettuate entro le ore 12.00 del giorno successivo. Nella giornata del sabato il medico non è tenuto a svolgere attività ambulatoriale, ma ad effettuare comunque le visite domiciliari richieste entro le ore 10.00 dello stesso giorno o quelle richieste nel giorno precedente.

Nel caso di Oggiona come negli altri comuni, è chiaro che il medico, se il paziente non si sente in grado di andare in ambulatorio, oppure mettiamola anche così, se andare dal medico è un rischio, il medico deve armarsi di pazienza e precauzioni, per curare.

I medici non sono allegri e si capisce, vista la situazione ma per ora non ci sono alternative ( le riforme verranno::), pena l'intasamento dei Pronto Soccorso.

Nel resto d'Italia il problema è così sentito che ci sono stati ricorsi: il Tar del Lazio si è espresso:

«Stop a medici di famiglia per cure a casa», altra tegola sulla sanità:

Il Tar ha parzialmente accolto un ricorso proposto dal Sindacato dei Medici Italiani contro alcuni provvedimenti della Regione. «L'affidamento ai medici di medicina generale del compito di assistenza domiciliare ai malati Covid», secondo il tribunale amministrativo, risulta in contrasto con la normativa emergenziale.

Come al solito, all'italiana, quando non si affrontano i problemi incancreniscono, e gli ammalati pazientano, fino a quando?