Coldiretti Varese: il regalo è last-minute

Coldiretti: in tavola c’è il km zero

Coldiretti Varese: il regalo è last-minute

Coldiretti Varese: il regalo è last-minute

e gastronomico. E in tavola c’è il km zero

                                                                                                                                                                                                                   

Prime stime dell’organizzazione agricole sulle tendenze dei consumatori alle prese

con il rush finale in vista di un 25 dicembre “blindato”. Già domani torna la zona rossa

 

Sulla tavola di Natale? Immancabili cotechino e panettoni, i menu puntano sul “fatto in casa”

 

                                                                                                                            

VARESE –  Tanta tradizione e, per chi ha tempo di cimentarsi ai fornelli, la riscoperta del “fatto in casa”: dalle paste ripiene ai bolliti e, nel sud della provincia, i memorabili bruscitti. Certo è che a tavola, quest’anno, sarà il territorio a farla da padrone, in un Natale inedito che, di fatto, blinda anche il territorio della nostra provincia in zona rossa. E’ intanto tempo delle prime stime sulle scelte dei consumatori: i regali per la festa più attesa dell’anno sono “last minute” per 3,5 milioni di italiani  (compresi i varesotti) che quest’anno hanno atteso fino all’ultimo per acquistare i tradizionali doni per se stessi o per gli altri da mettere sotto l’albero.

Secondo l’indagine Coldiretti/Ixe’ sullo shopping in vista del Natale, la maggioranza del 45% delle famiglie ha fissato quest’anno un budget tra i 100 ed i 300 euro, il 41% sotto i 100 euro, il 14% dai 300 ai mille euro. La spesa media è pari a 175 euro a famiglia, in calo del 23% rispetto allo scorso anno a causa delle difficoltà economiche causate dalla pandemia che hanno ridotto il budget degli italiani per i doni.

                                                                                                                                                                                                                                 

“Il risultato della crisi è anche la tendenza ad indirizzarsi verso regali utili il cibo che, nelle nostre province, risulta tra i più gettonati” afferma Fernando Fiori, presidente Coldiretti Varese. “Le famiglie blindate in casa nei giorni clou delle festività trovano consolazione nella tavola e il maggior tempo disponibile si traduce, soprattutto, nella tendenza a cucinare di più per sé e per i propri familiari. Una svolta che spiega quest’anno il boom dei cesti enogastronomici personalizzati secondo le diverse preferenze: ma il chilometro zero risulta vincente e c’è molta più attenzione, rispetto al passato, ad una cucina di memoria”.

                                                                                                                                                                                                                                 

Molto richiesti i cesti enogastronomici scelti da un cittadino su 3 (34%), spinti dalla tendenza a cercare consolazione nella tavola e nella cucina rispetto alle limitazioni agli spostamenti e alla possibilità di pranzi e cene con amici e parenti. Tra i prodotti più presenti nei cesti ci sono – sottolinea la Coldiretti prealpina – vini, dolci lievitati tipici e spesso artigianali (su tutti il panettone), ma sono tornati prepotentemente cotechini della tradizione, le lenticchie e in generale tutti i prodotti tipici locali, cosiddetti a chilometro zero, dai salumi ai formaggi, dall’extravergine al vino, dal miele alle conserve, meglio se preparati direttamente nelle aziende agricole.

                                                                                                                                                                      

Tra le curiosità c’è il fatto che i timori legati all’arrivo della variante inglese del Covid e al proseguire dell’ondata di contagi hanno  spingono molti a regalare a parenti e amici mascherine, gel e altri dispositivi di protezione individuale anti-Covid. come le mascherine ma anche il gel, a partire dalle varianti “green”. Dai modelli più fashion realizzati dalle grandi marche a quelli riciclabili che non inquinano ma anche con forme, scritte e disegni curiosi sono tra le scelte più gettonate. Una innovazione che riguarda anche i prodotti igienizzanti con alcune aziende agricole che hanno, infatti, riconvertito le produzioni usando con rosmarino, timo e altre erbe naturali utilizzati per realizzare soluzioni disinfettanti grazie al matrimonio con l’alcool alimentare di alcuni liquorifici. E non mancano i vivaisti che hanno creato siepi e fiori per separare i tavoli e favorire il distanziamento in modo del tutto naturale.

 

A livello generale è da segnalare – afferma la Coldiretti provinciale – la preferenza accordata dall’82% degli italiani all’acquisto di prodotti locali e Made in Italy anche per aiutare l’economia nazionale e garantire maggiori opportunità di lavoro a sostegno della ripresa in un momento di grande difficoltà, sostenuta dalla campagna #mangiaitaliano della Coldiretti.

 

Per lo shopping il 32% degli acquisti è peraltro pagato dagli italiani con la moneta elettronica spinta dalle preoccupazioni per il contagio da Covid e dalle ultime misure varate per favorire l’uso di bancomat e carte di credito, secondo elaborazioni Coldiretti su dati Deloitte. A pesare sullo scenario è l’effetto congiunto dell’operazione cashback insieme al boom degli acquisti in rete. Nonostante l’emergenza per Natale, però, il 62% dei consumatori  ha dichiarato di scegliere i negozi fisici come la principale meta per lo shopping natalizio a fronte di un 38% che predilige l’online. In particolare lo shopping nei negozi è considerato migliore per le categorie di prodotto più discrezionali che richiedono maggiore attenzione nella selezione e anche un servizio di consulenza.

Ancora un dato: nonostante le difficoltà economiche 41% dei consumatori quest’anno, in occasione delle festività di fine anno, fanno donazioni o sono coinvolti in qualche opera di beneficenza o volontariato di fronte ad una crisi senza precedenti, con oltre 4 milioni di poveri in Italia che nelle feste di Natale sono costretti a chiedere aiuto per il cibo da mangiare nelle mense o con la distribuzione di pacchi alimentari a causa della crisi economica legata al Covid.