Cinisi. No ai gadget e souvenir inneggianti alla mafia.

Nuova iniziativa promossa dal Sindaco di Cinisi (PA), contro la subcultura mafiosa.

Cinisi. No ai gadget e souvenir inneggianti alla mafia.

Cinisi. No ai gadget, e souvenir inneggianti alla mafia

Cinisi (PA) 10 Luglio l'altro ieri il Sindaco di Cinisi Giangiacomo Palazzolo, ha firmato un'ordinanza che vieta la vendita di oggetti, souvenir e gadget che richiamano la subcultura mafiosa.

"La storia del Comune di Cinisi, come spiega il primo cittadino nell'ordinanza, è stata tragicamente caratterizzata dall'orribile presenza del fenomeno mafioso, inteso sia come presenza nel territorio dell'associazione criminale, sia come mentalità arcaica contrapposta alla cultura della legalità".

Il riscatto della Comunità, puntualizza Palazzolo, "è avvenuto attraverso un graduale cambiamento culturale che ha rilegato la struttura criminale ai margini della vita sociale, economica e politica del paese".

Pertanto sarà proibita la commercializzazione di magliette con la faccia del padrino, pupazzetti con lupare, targhe con frasi che richiamano la subcultura di Cosa nostra.

Il Sindaco aggiunge inoltre : "ancora oggi, persiste il rischio concreto che la subcultura mafiosa possa trovare nuova linfa in atti, comportamenti e atteggiamenti tendenti a creare le condizioni sociali per una rivitalizzazione del fenomeno mafioso" è basilare che "ogni tipo di atteggiamento, anche di mera indifferenza, nei confronti della mafia, debba essere continuamente e fortemente contrastato, promuovendo iniziative culturali, sociali e amministrative, idonee ad eliminarne alla radice, la capacità lesiva del fenomeno mafioso".

Nell'interno terriotorio siciliano, l'inosservanza dell'ordinanza sarà punita con una sanzione amministrativa pecuniaria da 100 a 500 euro.

Un'ordinanza che vuole colpire un fenomeno definito pericoloso "poiché, prosegue il sindaco di Cinisi alimenta una subcultura mafiosa, tristemente ancora presente in certi strati dalla società, come, tra l'altro, confermato da una recente operazione di polizia condotta dalla procura della Repubblica di Palermo, compromettendo l’ordine pubblico e la sicurezza".

La vendita di quei prodotti commerciali "mortifica la comunità cinisense, da anni impegnata nella diffusione della cultura della legalità e nel contrasto alla mafia".

Il Sindaco conclude ringraziando la comunità cittadina, "che ha saputo contrapporsi costantemente alle prepotenze dell'associazione criminale".