Ci ha lasciati all'età di 67 anni Claudio Magnabosco

di Roberto Malini

Ci ha lasciati all'età di 67 anni Claudio Magnabosco
Ciao, Claudio. Grazie di avere vissuto.
Ci ha lasciati all'età di 67 anni Claudio Magnabosco, un amico fraterno, un difensore dei diritti umani coraggioso ed efficace, un essere umano che mancherà a noi e a tutti coloro che rifiutano l'odio, la violenza, l'ipocrisia.
Amatissimo marito di Isoke Aikpitanyi, scrittrice, poetessa, attivista contro la tratta di esseri umani, Claudio ha creato nel 2000 la prima rete contro le nuove schiavitù. Il suo impegno a difesa delle donne prigioniere del mercato sessuale ha ottenuto importanti risultati, evitando tragedie umane e tenendo desta l’attenzione delle istituzioni, delle autorità e dei media sul fenomeno criminale della tratta.
Insieme a Isoke Aikpitanyi, Claudio Magnabosco ha ricevuto nel 2015 il premio Makwan per i diritti umani, riconoscimento che sottolinea l’enorme importanza della loro opera, che impedisce alla cultura e alla civiltà del nostro tempo di voltare la faccia di fronte a una delle più gravi violazioni dei diritti fondamentali e della dignità di alcuni fra gli esseri umani più vulnerabili.
Nella foto di Steed Gamero, Claudio e Isoke
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Un suo contributo personale nel suo romanzo,http://www.gfbv.it/3dossier/vda/benin.html
Le altre Safiya: ogni giorno le africane sono "lapidate" in Italia
In Italia vivono, clandestine e prostitute, migliaia di ragazze nigeriane, sfruttate da un racket che le ha portate in Europa con false promesse e le ha ridotte in stato di vera e propria schiavitù.
L'incoscienza di clienti che nemmeno si rendono conto di questo e, quindi, contribuiscono a sfruttarle; il perbenismo di quanti ritengono che il problema può esser risolto solo rispedendole in Africa; il moralismo di quanti non sopportano neppure l'idea di dover parlare dei problemi della prostituzione; l'indifferenza di quanti vivono solo del loro egoismo; il razzismo sempre e comunque presente e perfino l'imperfetto impegno civile di chi esprime solidarietà per Safiya che rischia di essere lapidata in Nigeria, ma non sa far nulla per le tante Safiya che vivono in Italia .... queste sono le pietre con le quali, ogni giorno, le africane sono lapidate in Italia.
Amo una giovane africana, ma - in realtà - amo tutte le africane che vivono in Italia; credo che tutti dovrebbero amarne una, come padri, fratelli, amici, compagni, mariti o, più semplicemente, come esseri umani: queste ragazze hanno lasciato l'Africa dove si muore di fame e di malattie; dove le loro famiglie sopravvivono negli stenti. Non lapidiamo questa ragazze e liberiamole dalla loro schiavitù.