Il 23 Luglio 2017 Mamadou Lamine Thiam, detto Bara, un ragazzo nato nel 1997, dopo fatti mai bene chiariti morì cadendo in un dirupo, in località Ubiale di Clanezzo, in provincia di Bergamo, a seguito di un diverbio cui seguirono una lite e una colluttazione, mentre si svolgeva una sagra popolare.
riceviamo e pubblichiamo
Tre persone sono indagate e condotte a giudizio per chiarire la dinamica dei fatti. Le accuse nei loro confronti sono pesanti. Bara fu lasciato nel dirupo dove era caduto, in una zona ben nota agli organizzatori. Il corpo di Bara fu ritrovato solo 24 ore dopo i fatti grazie all’interessamento della famiglia e degli amici. La festa non venne interrotta e il sindaco del paese non si sentì in dovere di prendere le posizioni forti che ci si sarebbero aspettate o di esprimere solidarietà alla famiglia
Il 4 Novembre 2020 cominciò il dibattimento processuale e noi, cittadini sensibili, amici della famiglia e di Bara e persone interessate alla partecipazione democratica, decidemmo pochi giorni prima di costituire un comitato per supportare la famiglia, lasciata sola da tutti di fronte a una tragedia immane. Sola, in un paese straniero e con poca conoscenza di regole e leggi del paese medesimo. Ora ci siamo anche noi. Abbiamo presenziato fuori dal tribunale di Bergamo, quel 4 novembre. Abbiamo aiutato la famiglia a trovare un legale vicino e fidato, e in qualche modo stiamo facendo da “mediatori culturali” per accorciare il gap di comprensione fra la famiglia e la legge italiana. Siamo anche un abbraccio che scalda una famiglia che era sola, lo ripetiamo. Ci sentiamo affettivamente legati a queste persone. Siamo cittadini italiani di quella nuova Italia di tanti colori, alcuni di noi hanno radici in altri paesi. Ma ora siamo tutti italiani. Siamo qui anche contro il pregiudizio che fa di una persona senza mezzi economici e per giunta con un’origine straniera, una vittima di serie B. Noi a tutto questo diciamo NO e ci saremo, finché giustizia non sarà fatta.
SVOLTA DECISIVA NEL PROCESSO
Le imputazione per omissione di soccorso e per lesioni che portarono alla caduta che causò la morte di Bara decadono e ora si ripartirà dalla corte d'assise con l'imputazione di omicidio preterintenzionale per il principale imputato.
La nostra attenzione e il nostro sostegno hanno prodotto una rilettura attenta degli atti. Una faccenda che rischiava di finire dimenticata ora sarà al centro dell'attenzione. Ringraziamo l'avvocato Luca Buonanno per il lavoro meticoloso che ha fatto, calmo, determinato e paziente, in continua relazione sinergica con la famiglia e con noi del comitato. Un passaggio importante quello di oggi, nella direzione giusta. Non è nostro compito giudicare o indagare e ci basta sapere COSA DAVVERO SIA SUCCESSO QUELLA SERA.
Però ora vorremmo sapere come si sentano i rappresentanti delle istituzioni locali, in particolare quelle del paese dove successe il fatto (UBIALE DI CLANEZZO), e tutti i presenti quella sera, non pochi, che non videro nulla, a detta loro. Vorremmo sapere come fu che la festa non venne interrotta e non vi fu nessuna espressione solidale da parte di chi aveva la responsabilità della gestione degli spazi quella sera. Vorremmo sapere con quale coscienza neanche quando la lapide posta dagli amici a ricordo di Bara nel luogo dove accadde il fatto venne distrutta, nessun cittadino della zona e tanto meno i rappresentanti istituzionali si espressero. Furono ancora gli amici di Bara a mettere una nuova lapide in quel posto. Poi ci vogliono fare credere che il razzismo non c'entri. Immaginiamo che se i responsabili dell'inseguimento fossero stati dei ragazzi italiani di origine straniera e la vittima un ragazzo della zona, le cose sarebbero andate diversamente.
Noi continuiamo, non ci fermiamo.
Mercoledì 16 Febbraio 2021 Sarebbe stato il ventiquattresimo compleanno di Bara. Noi saremo alla lapide dalle 16 fino a che farà buio, a portare un saluto, fiori, vita e testimonianza in un luogo di morte. Una morte che è importante, ora,
E che pesa come un macigno sulla schiena di chi ha fatto finta di non vedere e di non avere responsabilità
Un abbraccio da tutti noi del comitato alla famiglia, che torna a sperare che ci siano
GIUSTIZIA E VERITA' PER BARA
Franco Scarpellini e insieme a Andrea Frese portavoce del comitato.