Anche nelle colline del Prosecco si sta diffondendo la vendemmia meccanica

Anche nei 29 comuni del sito UNESCO Colline  Prosecco Conegliano-Valdobbiadene si sta diffondendo rapidamente la vendemmia meccanica. Con  questa tecnica di raccolta gli acini dell’uva vengono diraspati tramite violento scuotimento della  metà inferiore delle viti. 

Anche nelle colline del Prosecco si sta diffondendo la vendemmia meccanica
Vendemmia meccanica
Anche nelle colline del Prosecco si sta diffondendo la vendemmia meccanica

Anche nei 29 comuni del sito UNESCO Colline  Prosecco Conegliano-Valdobbiadene si sta diffondendo rapidamente la vendemmia meccanica. Con  questa tecnica di raccolta gli acini dell’uva vengono diraspati tramite violento scuotimento della  metà inferiore delle viti. 

Lo scuotimento deterge e dilava le foglie e i tralci  coperti di pesticidi e fa cadere nell’impasto oltre  agli acini anche insetti, eventuali nidi di uccelli,  brandelli di foglie, pezzi di tralci che naturalmente  vengono setacciati dalla vendemmiatrice per asportarne le parti più grosse mandate poi nel terreno.

Il miscuglio risultante viene poi sversato in un recipiente e portato in cantina a vinificare.

Quello che è più grave è che le viti maltrattate vengono irrorate subito dopo con prodotti fitosanitari  fungicidi che devono curare eventuali ferite ai tralci e alle foglie dovute allo scuotimento.

Questa vendemmia meccanica aumenta ancora la  quantità, già alta, di pesticidi utilizzati nella coltivazione della vite e soprattutto svilisce un momento, come quello della vendemmia fatta a mano, che  da sempre è stato un’occasione di festa.

Purtroppo in questi ultimi anni, tutti i nuovi vigneti e quelli ripiantati sono stati progettati a rittochino (dall’alto verso il basso), per facilitare i lavori con tutti i tipi di macchine: sarchiatura, ripuntatura, rifilatura, trattamenti vari con pesticidi, diserbo  e infine vendemmia meccanica.

Questa produzione  “industriale” di pianura e di bassa collina, ampiamente incentivata dalla Regione Veneto, ha costi  di produzione inferiori di un quarto rispetto alle “rive”, dove il lavoro ha un forte impiego di manodopera e dove, nei “ciglioni” a girocolle, non si può certamente vendemmiare a macchina.

Si può dunque cominciare a considerare un nuovo  tipo di discriminante qualitativa nella produzione  del vino, a seconda che l’uva sia vendemmiata a  mano oppure vendemmiata a macchina, e questo  tipo di vendemmia dovrebbe essere evidenziato  anche sull’etichetta della bottiglia. 

Queste considerazioni dovrebbero essere fatte  proprie anche dall’UNESCO quando certifica i siti  naturali o culturali che contengono ampie produzioni viticole, che dovrebbero essere convertite al  biologico. 

La proposta è portata avanti come richiesta all'UNESCO anche da parte dell’associazione Paneuropa. Ora anche l’Europa si dimostra attenta a questa  problematica, visti i cospicui finanziamenti del  Next Generation EU Plan (banalmente chiamato in  Italia solo Recovery Fund).

Per i normali consumatori, comprendere le differenze tra le decine di migliaia di vini è veramente arduo.

Alcuni consumatori si atteggiano, seguono articoli e suggerimenti ma, come ben sappiamo, trovare un vino che ci piace è una rara sorpresa perché, ripensandoci, dopo averlo bevuto e smaltito, non sappiamo cosa abbiamo immesso nel nostro  organismo. 

Per facilitare i consumatori, premiando qualità e trasparenza, anche se non previsto dalle leggi, occorre che un produttore di vino inizi applicando sulle sue bottiglie etichette che consentano di leggere i trattamenti e le immissioni di lieviti, anidride solforosa, anidride carbonica, azoto, i costituenti del vino: Acqua, Alcol (etilico-metilico), superiori, glicerina, acidi (tartarico, malico, lattico, succinico, citrico, acetico), Sali minerali (tartrati, malati, cloruri, solfati, fosfati), Polifenoli (flavoni, catechine, antociani, tannini), Zuccheri, Sostanze aromatiche, Acidità in Ph.

Non solo, ma serve anche indicare il tipo della chiusura (tappo in sughero e relativa qualità e garanzia di totale assenza di microinquinanti, altri materiali con relative specifiche) perché è una parte di quello che immetteremo nel nostro organismo.

Oggi, grazie all’informatizzazione e agli apparecchi di analisi è possibile l’elaborazione e stampa di dette etichette mettendo una marcia in più al Made in Italy.

Il produttore che adotterà simili etichette, emergerà tra le decine di migliaia di vini prodotti nel nostro paese e tra le centinaia di migliaia di vini prodotti nelle nazioni estere, diventando famoso e, confidiamo, ricco.

Grazie a queste etichette, i consumatori potranno scegliere il vino in modo oggettivo e, una volta bevuto, avvalendosi ognuno anche delle impressioni sensitive, decidere se acquistarlo ancora.