Taranto. Ex Ilva chiesto risarcimento, per la morte di un bambino di 5 anni
Bambino vittima delle polveri velenose emesse dallo stabilimento ex Ilva.
Taranto. Ex Ilva chiesto risarcimento, per la morte di un bambino di 5 anni
Taranto 24 Luglio, si è svolta Giovedì l'udienza preliminare davanti al gup del tribunale di Taranto, Pompeo Carriere, nei confronti 9 persone tra dirigenti e funzionari dello stabilimento ex Ilva, accusati di aver “consentito” la dispersione di polveri e sostanze nocive provenienti dalle lavorazioni delle aree Parchi Minerali, Cokerie, Agglomerato, Acciaierie, e Gestione Rottami Ferrosi dello stabilimento siderurgico, infischiandosene delle misure di prevenzione, da adottare contro gli infortuni sul lavoro e malattie professionali, cagionando una grave malattia neurologica ad un bambino di 5 anni, che inalando ogni giorno le sostanze velenose, sviluppò una malattia neoplastica che lo condusse alla morte.
La famiglia del piccolo bambino deceduto, rappresentati dall'avvocato Leonardo La Porta del foro di Taranto, ha chiesto un risarcimento di 25 milioni di euro.
Il bimbo morì il 30 luglio 2014, a soli 5 anni, a causa di un tumore al cervello.
L’avvocato della famiglia ha dichiarato : “Abbiamo chiesto il risarcimento dei danni legati alla sofferenza patita dai componenti della famiglia quantificando la somma in 5 milioni di euro a testa e abbiamo anche evidenziato il calvario del bambino che di fatto non ha mai vissuto”.
Pertanto ora è stato chiesto il rinvio a giudizio da parte della procura di Taranto, nei confronti di 9 persone, dirigenti, funzionari responsabili di alcuni aree dell'ex Ilva, per l’omicidio colposo di questo povero bambino.
Il gup ha chiesto inoltre un’integrazione del capo d'imputazione, in relazione alle misure di prevenzione contro gli infortuni sul lavoro e malattie professionali che, secondo i pubblici ministeri, non sarebbero state adottate, facendo disperdere le polveri velenose e nocive, emesse dallo stabilimento ex Ilva di Taranto.