Sicilia,Monastero dei Benedettini
Monumento di Catania
IL MONASTERO DEI BENEDETTINI DI CATANIA
E a chi sinora non è per giunta all’orecchio la fama di questo monumento di gloria della nostra Catania.
Il Monastero di San Nicolò l’Arena è ritenuto inferiore solo a quello di Mafra in Portogallo. Per le sue ricchezze, per gli stretti legami con la nobiltà catanese, ma anche per le sue attività culturale, ebbe un ruolo rilevante, soprattutto nel’700.
Ammirato dai viaggiatori che ricordano l’ospitalità, le raccolte e il fasto dei monaci, dominava entro le cinta delle mura e condizionava la vita civile e religiosa della città.
De Roberto, in I Viceré, non si mostrò certo indulgente verso quanto accadeva dentro i chiostri del monastero che, «immenso, sontuoso era agguagliato ai palazzi reali, a segno che c’eran le catene distese dinanzi al portone».
Tutto grande, tutto magnifico, tutto meraviglioso appare ai visitatori, dove ammirano un organo tra i primi d’Europa, un Museo ricco di cento mille pezzi di archeologia, una Meridiana distinta, posta anche a confronto con quelle dell’Italia ed ella Francia, una biblioteca fornita da 24 mila volumi in gran parte rari, antichi e moderni, una villa ridentissima. Si entra nel monastero dal portale barocco, aperto nella cortina, si accede al vasto cortile che circonda anche dal lato sinistro il monastero. I lavori di scavo che hanno messo in luce, nella parte est, resti di edifici di età greca arcaica,e di alcuni muri con affreschi e pavimenti in cocciopesto con tesserini di marmo di una casa romana di età repubblicana e le strutture di un vasto edificio medioevale.
Il portale principale del monastero è un inserto neoclassico realizzato nell’ultimo decennio del sec. XVIII, su disegno di Antonio Battaglia Santangelo.
L'edificio è costituito da diversi corpi di fabbrica destinati alle varie funzioni che si svolgevano all'interno del monastero. Essi sono: i corpi di fabbrica che circondano i due chiostri nei quali trovano collocazione le celle dei monaci;
- il complesso destinato ai refettori, alla biblioteca, al museo ed alla zona novizi
- le scuderie e gli alloggi della servitù;
- gli orti.
L'impianto planimetrico dei due chiostri, ciascuno di forma quadrata, si sviluppa intorno ad un asse di simmetria che passa per il grande atrio d'ingresso, sulla facciata est, e per il ponte di collegamento costruito ad ovest, posto alla quota del terzo livello.
Il perimetro esterno di questo corpo di fabbrica ha una forma rettangolare, della dimensione di metri 180 x 80, e presenta lunghi corridoi che girano intorno alle due corti interne sui quali si aprono gli ambienti una volta destinati prevalentemente alle celle per i monaci.
Il corpo di fabbrica comprendente il lungo corridoio, detto dell'orologio, con andamento sud‑nord, che separa i due chiostri e li collega con la zona refettorio biblioteca museo, presenta due soli livelli in quota con i due piani elevati dei chiostri.
Il corpo di fabbrica destinato ai novizi, ai refettori e alla biblioteca, totalmente posato sul banco lavico del 1663, è costituito da due piani, uno fuori terra ed uno interrato; questo ultimo non ricopre tutta l'area impegnata dal piano sovrastante.
I collegamenti verticali sono affidati, oltre che all'imponente scalone monumentale posto sul fronte est dell’edificio, a tre corpi scala, collocati, rispettivamente, sul fronte sud, sul fronte ovest, ed infine sul fronte est, al confine con la chiesa.
In questa parte dell'edificio, lo schema distributivo è costituito da una successione di celle di misura trasversale leggermente variabile tra i 4,5 ed i 5 m. Queste celle sono servite da lunghi corridoi di larghezza pari a 3,5 m, i quali si affacciano al primo piano sul portico interno realizzato attorno al chiostro ed al secondo piano, sul terrazzo di copertura del sottostante portico.
Lo schema strutturale di questa parte dell'edificio è costituito da una serie di setti murari trasversali e longitudinali.
I primi, aventi funzione di divisione delle celle, hanno un interasse variabile tra 4,5 e 5 m e spessore costante per tutti i piani, pari a 75 cm circa.
I setti murari longitudinali, sono costituiti dalla muratura di spina, avente funzione divisoria tra le celle ed il corridoio, con spessore costante pari a 80 cm circa, e dalle murature perimetrali, che presentano riseghe in corrispondenza dei vari piani ed hanno uno spessore minimo, al secondo livello pari ad un metro circa, e massimo, nel piano cantinato, pari a metri 1.50.
Il sistema delle chiusure orizzontali risulta costituito da volte reali in pomice e malta di calce e gesso.
LO SCALONE D’ONORE
Entriamo ad ammirare il bello dell’interno. Osservato il grandissimo cortile che si aggira intorno alle fabbriche del monastero. Si entra nell’edificio per uno scalone d’onore, con rampe a tenaglia sostenute da gruppi di colonne, di 95 scaglioni di marmo fine di Carrara, la balaustra che fiancheggia la scala è della stessa pietra. Le parete sono coperte di stucco imitante il marmo, e ornate tutte di figure. Tutto l’ impianto fu dato, nel terzo decennio del sec. XVIII, da Giuseppe Palazzotto, e che fu ristrutturato in senso neoclassico dai Battaglia con l’apporto del valente stuccatore Gioachino Gianforma. Gli stucchi presentano entro complesse incorniciature pannelli con basso-rilievi raffiguranti i 4 Evangelisti, il Battesimo di Cristo, Il martirio di S. Agata e Miracoli dei SS. Benedetto e Nicolò. Salita questa scala sontuosa in ambo i piani del monastero, si penetra nel sistema dei corridoi la cui larghezza è di una canna e cinque palmi sino a due canne – e la lunghezza di trentuno canne e sette palmi sino a cento.
Antirefettorio:ampia sala circolare che serve d’introduzione ai due refettori ; al di sopra della trabeazione vi è una grande cupola con occhialone centrale; e adornato di colonne e varie putti e figure allegoriche.
Il grande Refettorio o aula Magna : vasto ambiente di forma ellettica avente l’asse maggiore lungo palmi 143 ed il minore palmi 50, inondato dalla luce di alti finestre poste sui lati lunghi, dell’originaria decorazione a stucco si conserva solo la cornice di imposta della volta che reca la centro un affresco di Giovanni Battista Piparo con S. Benedetto e S. Nicolò in Gloria. Piccolo Refettorio: è più piccolo ma della stessa forma. Il suo asse maggiore misura palmi 60 , ed il minore 48..
Gaetano Bonaventura