Sanita': Ugl Salute, ora terapia d'urto per il rilancio
Giuliano: "Numeri impietosi,è ora di agire"
Una sanità impoverita, saccheggiata, abbandonata. È quella che emerge dall’analisi comparativa effettuata da Quotidiano Sanità mettendo a confronto gli Annuari Statistici del SSN del Ministero della Salute relativi al 2010 e al 2019. “In questo arco di tempo – commenta il Segretario Nazionale della Ugl Salute Gianluca Giuliano – una indiscriminata spending review ha colpito costantemente il SSN producendo numeri da brivido. Nel periodo sotto esame, che copre 10 anni e si ferma a ridosso dell’esplosione della pandemia, sono stati chiusi 173 ospedali. In forte calo anche le strutture di assistenza specialistica ambulatoriale passate dalle 9.635 del 2010 alle 8.798 del 2019. Perse anche 1.952 strutture di Assistenza Territoriale Residenziale”. Inevitabilmente questo trend ha finito per pesare sull’occupazione. “Il calo di personale del 6,5%, con 42.380 operatori sanitari in meno impiegati, è stata una ulteriore drammatica conseguenza che hanno pagato i lavoratori direttamente e i cittadini con la riduzione del numero e della qualità dei servizi erogati” prosegue il sindacalista. Che poi aggiunge: “L’inattesa esplosione della pandemia ha portato il SSN verso un punto di non ritorno mettendo a nudo il fallimento delle scelte operate negli scorsi anni. È ora di agire. Bisogna fare in modo che i fondi provenienti dall’Europa per la sanità siano gestiti con rigore e senso di responsabilità. Serve una terapia d’urto che punti al rilancio del SSN attraverso dei punti fermi. Servirà tagliare gli sprechi, effettuare un controllo rigido degli appalti, sbloccare definitivamente il turn over per consentire di assumere, con forme di contratto a tempo indeterminato, nuovi operatori sanitari al fine di contrastare le carenze strutturali degli organici. Adeguare gli stipendi alla media europea è un dovere assoluto così come bisognerà, ammodernare le strutture ospedaliere e ambulatoriali e, infine, riaprire e mettere a disposizione dei cittadini i grandi poli di eccellenza, come il Forlanini e il San Giacomo di Roma, chiusi in passato per scelte miopi” conclude Giuliano.