Reggio Calabria. N'drangheta 11 arresti, i boss Avignone e Zagari
Maxi arresti a sfondo mafioso
Reggio Calabria. N'drangheta 11 arresti, i boss Avignone e Zagari
Reggio Calabria 05 Giugno, grazie alle indagini dei Carabinieri del Comando provinciale di Reggio Calabria, sono stati arrestate 11 persone, accusate di avere favorito le cosche mafiose Zagari-Fazzalari e Avignone, operanti a Taurianova.
L'indagine denominata "Spes contra Spem", è stata coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria, e diretta dal procuratore capo Giovanni Bombardieri.
A carico degli 11 indagati, risultano accuse gravissime, a vario titolo : associazione mafiosa, estorsione, detenzione illegale di armi anche da guerra, esercizio arbitrario delle proprie ragioni, sostituzione di persona, tutti reati aggravati dal metodo, e finalità mafiose.
Secondo la ricostruzione del caso, i carabinieri hanno appurato le estorsioni perpetrata da parte degli 11 indagati, ai danni di alcuni imprenditori che, interrogati, hanno confermato le richieste estorsive subite dai due boss Domenico Avignone e Pasquale Zagari.
Pasquale Zagari, avvalendosi di minacce e citando i morti della faida di Taurianova, era riuscito a costringere addirittura, imprenditori e cittadini a donazioni di denaro, per rafforzare la cosca, e per il mantenimento delle famiglie in carcere, degli appartenenti alla cosca.
Zagari si sarebbe anche intromesso nella compravendita di terreni, chiedendo somme di denaro per autorizzarne l'acquisto, arrivando addirittura pure ad avviare un piano di "riabilitazione sociale", a suo dire dove si faceva portavoce nei dibattiti, convegni ed incontri, recitando la parte del testimone di redenzione, contro l'ergastolo ostativo.
Ma agli investigatori, era chiaro che una volta scarcerato, e tornato a Taurianova, il boss avesse ripreso a fare il capocosca.