Nati liberi
la gente è stanca di questo rinnovellarsi a tempo indeterminato di una fine-ripresa della tragedia, che sembra non finire mai,
E hanno fatto bene. Perché la gente è stanca di questo rinnovellarsi a tempo indeterminato di una fine-ripresa della tragedia, che sembra non finire mai, che viene alimentata e perpetuata a scadenze varie, con una determinazione e una protervia non più giustificabile da qualsiasi evento storico, pandemico, apocalittico, et similia, espresse ed eternate con un logorio delle menti e dei corpi di noi individui, che aspiriamo a voler vivere ed uscire fuori da questo schema di coercizione totale imposto dai nuovi “imprenditori del potere” (Cinque stelle) e vecchi burocrati di partito, falliti anche nelle loro operazioni di salvaguardia – non solo di governo – e di ripresa di una libera vita. Questo laidume viscoso, glutinoso, attaccaticcio, si è elevato a Istituzione.
Questi cavallanti litigiosi, sbracati e torbidi, ancora amorfi ma ferinamente cattivi cattivi, insolenti e inaffidabili, ai quali avevamo creduto come freschi e fiammanti rinnovatori della società e dello Stato, perseverano nel loro profluvio di minchiate, queruli e oppressivi, bramosi di maggiore e assoluta autorità; perseverano con gracchii prosaici a voler stabilire cosa è giusto e cosa non lo è, drizzandosi a moralizzatori, a supervisori e tutori di una nuova coscienza, a direttori di un modus vivendi che assuma le sembianze dell’automazione prescritta da un dominio fuori controllo, fuori della giustezza, fuori da ogni concezione democratica; perseverano nell’intento di rendere l’individuo e la società una mandria intruppata, multata, offesa, umiliata solo perché prende il sole ai Navigli di Milano o nelle sperdute gebbie di Canicattì. Fagocitano la legge fondamentale della Repubblica, imponendo la malattia come unico editto irremeabile.
Joe Oberhausen-Valdez