Massoneria, il diritto alla privacy vale per tutti gli associati
Bisi: "Non si possono chiedere gli elenchi degli iscritti a qualsiasi associazione. E’ una battaglia di libertà che abbiamo sempre fatto per tutti, non solo per i fratelli del Grande Oriente."
La privacy questa sconosciuta ai piu' è sempre piu' al centro dell'attenzione di tutti, dal semplice cittadino alle Istituzioni e di tutti coloro che soo a capo di gruppi e associazioni.
Il valore delle cose cambia, mentre il vero valore all'interno della nostra società, è l'archivio dei dati personali e il loro utilizzo perchè i dati "sensibili" orientano tutto: politica ed economia in particolare.
Dai dati personali si estrapolano studi che possono far lievitare o distruggere aziende, titoli in borsa o avere un peso poltico, pensiamo agli effetti della vaccinazione e quanto siano importanti le risorse che girano attorno.
La privacy è quindi un aspetto di primaria importanza per tutti e non può esserci una valutazione diversa e difforme a seconda del tipo di associazione, sia che si tratti degli animali, che di quelle politiche e sindacali.
In Italia c'è un settore associativo quello della massoneria che viene ghettizzato e ritenuto di particolare rilievo sotto il profilo della sicurezza nazionale, dimenticando che ci sono centinaia di indagati all'interno dei partiti politici che governano il Paese!
La precisazione è dovuta alla ricorrente uscita sulla stampa nazionale del pregiudizio senza che ci siano condanne diffuse che coinvolgano intere associazioni e solo in quel caso è normale che ci siano censure e chiusure, per il resto che si chiami Grande Oriente e/o altro, dovrebbero valere le stesse regole che esistono per sindacati, partiti, ecc.
“Ci viene riconosciuto un fatto che diciamo da tempo. Non si possono chiedere gli elenchi degli iscritti a qualsiasi associazione. E’ una battaglia di libertà che abbiamo sempre fatto per tutti, non solo per i fratelli del Grande Oriente.
La legittimazione del diritto di mantenere l’appartenenza a una associazione, a una religione, a qualsiasi organizzazione nell’ambito
della sfera intima”. Lo ha detto all’Adnkronos Stefano BISI, Gran maestro del Grande Oriente d’Italia, commentando il parere del Garante
della Privacy sull’inviolabilità degli elenchi degli iscritti alle associazioni.
“E’ chiaro – dice – è importante conoscere i responsabili, i fini, lo statuto, il tipo di organizzazione, ma ognuno è libero di aggregarsi
senza essere obbligato a renderlo noto, perché potrebbe nuocergli per la propria attività, per gli impegni pubblici. Questo parere del
garante è un segno che il credo giuridico comincia ad confermarsi. Lo prendo come un riconoscimento di battaglia che il Goi fa da tempo”.
E a Rosy Bindi, portata in tribunale insieme ai vertici della Commissione parlamentare antimafia di cui era presidente per
‘massofobia’ – denuncia poi archiviata dalla Procura di Roma – dice: “Non posso che augurarle buon compleanno in ritardo, perché so che
qualche giorno fa ha compiuto gli anni, ma niente polemiche, non siamo avvezzi”.