L’ecologia di Provolone Valpadana

Il Consorzio Tutela Provolone Valpadana coinvolge le proprie aziende associate nel progetto Made Green in Italy, per valorizzare sul mercato i prodotti italiani con elevate prestazioni ambientali e incoraggiare scelte piu’ consapevoli anche attraverso un logo riconoscibile dai consumatori, questo progetto verrà presentato in un incontro in diretta YouTube.

L’ecologia di Provolone Valpadana
Logo Provolone Valpadana

11 Giugno 2021 

Cremona 

Il Ministero per la Transizione Ecologica ha promosso uno schema nazionale volontario per la valutazione e la comunicazione dell’impronta ambientale dei prodotti, chiamato “Made Green in Italy”, presentato in un incontro in diretta YouTube. 

Il Ministero vuole così orientare le iniziative del sistema produttivo italiano verso l’utilizzo dell’impronta ambientale come leva per il miglioramento della sostenibilità e la valorizzazione del “Made in Italy”, per promuovere la competitività dei prodotti italiani all’interno della crescente domanda, a livello nazionale e internazionale. 

Lo schema “Made Green in Italy” valorizza sul mercato i prodotti italiani con elevate prestazioni ambientali e incoraggia scelte piu’ consapevoli anche attraverso un logo riconoscibile dai consumatori. 

A partire da Aprile 2020, grazie al contributo del Ministero dell’Ambiente e in collaborazione con la Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, il Consorzio Tutela Provolone Valpadana, ha raccolto i dati necessari per la realizzazione dello Studio PEF del Provolone Valpadana DOP, a partire dall’azienda agricola, dal caseificio, alla stagionatura, al confezionamento, fino al successivo inserimento sul mercato, anche grazie al campione rappresentativo delle aziende associate. 

La produzione del latte è la fase del ciclo di vita che impatta di piu’, è per questo motivo che le future azioni per ridurre gli impatti ambientali saranno relativi a questa. 

Altre azioni saranno rivolte alle fasi gestite dai caseifici, con attenzione particolare ai consumi energetici, alla capacità di misurare gli impatti di ogni singola fase di produzione e di massimizzare l’efficacia d'intervento. 

Il Consorzio ha predisposto una Bozza di Regola di Categoria di Prodotto (RCP), accompagnato da una relazione tecnica, consultabile pubblicamente sul Sito del Ministero della Transizione Ecologica, dal 3/4/21 al 3/5/21. 

Lo stesso Ministero sta attualmente approvando in maniera definitiva la versione finale di RCP. 

In seguito a questa approvazione, dopo essere stata approvata ad un processo aziendale e ad una verifica da parte di enti terzi accreditati per la certificazione, ogni singolo produttore di Provolone Valpadana DOP avrà l’opportunità di ottenere questo marchio “Made Green in Italy”. 

Libero Giovanni Stradiotti, Presidente del Consorzio Tutela Provolone Valpadana, afferma che l’adesione delle aziende a questo schema permetterà di comunicare i propri traguardi ambientali al consumatore finale. 

Questa è la prima certificazione di natura pubblica basata sulla metodologia europea PEF, grazie all’inserimento di ulteriori requisiti di sostenibilità e qualità ambientali nazionali, in grado di distinguere la produzione italiana, così ben rappresentata da questo prodotto. 

Il Direttore Vittorio E. Pisani afferma che questo Consorzio propone azioni in linea con le aspettative del consumatore, volte a generare per le aziende associate nuovo valore. 

Questo concetto di valore, inteso come rapporto qualità/prezzo è un aspetto prioritario delle scelte del consumatore. 

Il tema della sostenibilità e dell’economia circolare rappresenteranno un’opportunità tra i Consorzi coinvolti nella medesima area di produzione. 

Il complesso delle norme che regolano le Indicazioni Geografiche sarà riveduto attraverso la strategia “Farm to Fork”, parte dell’European Green Deal e che potrà trasformare il sistema alimentare e le filiere associate ad esso. 

L’impronta ambientale di un prodotto, inteso come “bene” o “servizio” è basata sulle prestazioni analizzate lungo tutto il suo ciclo di vita, dall’approvvigionamento delle materie prime al fine del suo ciclo di vita, calcolati per ridurre gli impatti ambientali di tale bene e servizio. 

Il 9 Aprile 2013 la Commissione Europea ha pubblicato la Raccomandazione 2013/179/UE, che definisce un metodo unico europeo per la valutazione e la comunicazione dell’impronta ambientale dei prodotti denominato Product Environmental Footprint – PEF. 

L’attuazione dello schema “Made Green in Italy” viene attuato attraverso le seguenti fasi: 

1) Elaborazione delle Regole di categoria di prodotti (RCP) 

2) Adesione allo schema “Made Green in Italy” da parte dell’azienda produttrice per il rilascio del logo 

Per aderire a questo schema l’azienda in questione deve attenersi alle “Regole di Categoria di Prodotto” (RCP), ossia documenti che contengano indicazioni metodologiche che definiscono regole e requisiti obbligatori e facoltativi per studiare l’impatto ambientale di un particolare prodotto. 

I prodotti possono avere le seguenti classificazioni: 

1) Classe A - Prodotti eccellenti con una prestazione migliore rispetto al medio (benchmark) 

2) Classe B - Prodotti con prestazioni uguali al benchmark 

3) Classe C - Prodotti con prestazioni peggiori rispetto al benchmark 

 

I prodotti di Classe A – B sono quelli che prestazioni ambientali pari o superiori al benchmark di riferimento e possono ottenere il logo “Made Green in Italy”, che invece non può essere ottenuto dai prodotti di Classe C. 

I prodotti di Classe B invece, possono ottenere l’uso del logo ma devono prevedere un piano di miglioramento da implementare nell’arco di tre anni di validità della concessione d’uso. 

Francesca Cavellini