Frana l'impero USA e Biden pensa a Putin
Stati Uniti, Trump, Biden
Aumentano i disoccupati, ogni giorno un nuovo esercito di lavoratori fa richiesta di sussidi di disoccupazione, non sarà certo facile gestire per l'amministrazione Biden questo numero agghiacciante che aumenta giorno per giorno. Le domande di disoccupazione sono circa 1 milione a settimana dall'entrata della nuova amministrazione. Se pensiamo che a questo già alto numero di aggiungono circa 450 mila persone che richiedono assistenza statale per la pandemia, lavoratori in Cassa Integrazione e gli autonomi, i numeri sono da brivido. Tutto è esploso con l'elezione di Biden che avrà davanti a sé sfide difficili per il mercato del lavoro.
Si sta ripresentando quando già visto in settembre a cui il presidente Trump ha saputo mettere un argine. Con l'era Biden si è entrati nella peggiore recessione dopo quella storica del 1929. Nonostante la Pandemia Trump è riuscito a tenere saldo il controllo del paese, ma Biden uomo affetto da problemi di salute non è grado di gestire la grave crisi del lavoro che sta colpendo gran parte degli Stati Uniti. La disoccupazione galoppa verso il 7% , 10 milioni di lavoratori hanno perso il lavoro rispetto all'inizio della pandemia quando il paese era nelle mani salde di Trump. Interi settori sono in ginocchio, Ristorazione, Industrie, Turismo tutto grazie alla politica scellerata dell'amministrazione Biden che ha perseguito la stessa politica che sta uccidendo l'economia del vecchio continente.
Biden sa di essere un presidente poco amato, sa che la sua presidenza è in bilico. Ormai le manifestazioni contro Biden non si contano più. La guerra civile è ad un passo, ha proposto una iniezione di denaro per circa 2 trilioni di dollari necessari per far fronte per qualche mese alla disoccupazione, cassa integrazione e per sostenere le piccole e medie imprese e gli autonomi oltre i governi statali e locali che distribuiscono sussidi alle famiglie colpite dalla pandemia. Quello che sta accadendo, ripensando alle elezioni americane, è il più grande bluff che la storia americana ricordi. Ritornando alle elezioni americane del 2020, il vero vincitore è colui che se la ride dal green delle sue tenute. Biden è solo un gregario, non ha la stoffa da leader e neppure la capacità oltre che la squadra, per apportare correttivi ai problemi atavici che interessano il paese e che trascendono il partito politico. I democratici sono bravi solo a lanciare accuse ai predecessori nei momenti di gravi crisi, mi sembra di ripercorrere una storia già vista con Herbert Hoover che governò durante la Grande Depressione, pur non essendo stato il responsabile del disastro economico, è stato ritenuto il principale indiziato, i democratici furono scaltri, anche per certa stampa affiliata, a imbastire le fake news. I democratici occuparono la Casa Bianca con Roosevelt e Truman per due decenni fino alla vittoria di Eisenhower. I democratici non sono nuovi a campagne di falsi storici, ci sono molte prove che danno Trump per il vero vincitore nelle elezioni del 2020, numerose sono le frodi documentate, dai voti di elettori morti, al voto doppio di molti elettori con residenza e domicilio diverso. Oltre alle immagini di schede votate per Trump rinvenute nei cassonetti. La verità effettiva di ciò che è accaduto non importa, perché l'intera situazione è dovuta ad una variante del Covid americano, la diplopia, che ha colpito solo la categoria della stampa. Biden non ha vinto le elezioni in senso genuino, proprio come Bush junior non ha vinto le elezioni del 2000. Entrambi i candidati hanno vinto con il penta inganno, l'imbroglione Bush ha falsato i voti di cinque contee della Florida, Biden cinque Stati (Arizona, Georgia, Michigan, Pennsylvania, Wisconsin).
Cosa ha vinto Biden? Ha conquistato si la presidenza e sappiamo come, ma con essa anche i gravosi problemi che Trump ha ereditato dall'Amministrazione Obama. Sarà difficile risolverli in modo pacifico. Non sarà più facile tenere un popolo in sommossa. I partiti sono al di sopra dei presidenti, sono macchine politiche che hanno bisogno di sostituire i pezzi di ricambio quando hanno raggiunto lo stato di usura, lo abbiamo visto con Trump. Non ha capito Trump, anche se amato, che è parte di quella macchina. Pensava di essere il proprietario del Partito Repubblicano, ma si è sbagliato, il partito repubblicano non è il suo giocattolo. Lo ha capito sulla sua persona quando non ha trovato una cassa di risonanza dal parte del suo partito sui brogli elettorali, anche se ne avevano contezza, è stata preferita l'alternanza che piace agli americani. I tempi però sono
cambiati, Trump è diventato un paladino di gran parte della popolazione, e questo i repubblicani lo hanno capito. Il Partito Repubblicano ne uscito con gravi danni alla sua immagine. Le elezioni hanno lasciato strascichi in entrambi i partiti. C'è stata una massiccia perdita di fiducia e una perdita di credibilità a lungo termine in entrambe le parti. I democratici hanno il chiaro vantaggio della presidenza, anche se sappiamo come, ma non è garantito. Il principale dissenso è nelle numerose comunità ispaniche e afro americane, mentre rimane unita e compatta la comunità bianca. Nelle ultime elezioni, anche per i cambiamenti demografici in atto in tutti gli stati, il voto sancisce la divisione per blocchi, bianchi e parte degli ispanici (repubblicani), neri e parte degli ispanici (democratici). Alla velocità delle mutazioni demografiche attuali, la razza sarà identificherà il voto del futuro elettore di domani. Il Partito Democratico si trasformerà in partito elitario mentre il Partito Repubblicano in partito del popolo che trascenderà i confini razziali. Sarà per i partiti, un ritorno alle origini ritorneranno le divisioni storiche che hanno caratterizzato i due partiti. Questo modello che ho appena descritto sarà amplificato dalla presidenza Biden, perchè non importa chi era il presidente precedente o cosa ha fatto, dal momento che alla fine, l'uomo che è in carica è l'uomo che ha da sbucciare la patata bollente, bravo o non bravo che sia. Continuare con le accuse al predecessore funziona per un breve periodo ma è destinato a fallire. I cittadini si aspettano una leadership che sappia affrontare e risolvere i problemi, se non è capace, ha fallito. Biden deve guardare ai problemi veri del paese, i conti, la recessione, il declino dell'impero americano, la svalutazione del dollaro USA, la potenziale iperinflazione, livelli senza precedenti di tensione politica tra i due partiti. Senza urgenti manovre la guerra civile è ad un passo, travolgerà anche il vecchio continente e l'Asia. Biden come nello stile dei democratici, vuole allontanare lo spettro della Guerra Civile attaccando frontalmente capi di stato di altri paesi, come ha recentemente fatto con Putin o con bombardamenti insensati in Siria, pensa che sia la strategia migliore per distogliere il popolo dai gravi problemi interni del paese. La disoccupazione, la profonda crisi economica, la chiusura delle aziende non si risolve né con le minacce e ne con i bombardamenti. Visto che i democratici controllano sia la Camera che il Senato facciano vedere quanto sono capaci e mettano da parte il fantasma Trump. Gli elettori, così dicono, gli hanno affidato pieni poteri, si avvalgano per mettere in piedi strumenti idonei per salvare il paese. I repubblicani hanno nel frattempo quattro anni per rafforzare il partito intorno a Trump per una grande vittoria repubblicana. Il futuro partito sarà permeato non sulla "White Èlite Business", ma sulla "Working Class". Insieme lavoratori ispanici e neri uniti per l'America del prossimo futuro. I veri razzisti sono i democratici che stanno distruggendo la Società americana. La loro politica di stampare più biglietti verdi sono causa di violenza. I democratici entreranno nella storia per il disastro sociale. Prevedo che nel prossimo futuro i democratici dovranno combattere seriamente per la loro sopravvivenza molto più di quanto è accaduto per i repubblicani. Nelle strade, non me lo auguro, ma lo penso, vedremo scorrere fiume di sangue, se la svalutazione del dollaro sarà irreversibile, e l'inflazione incontrollabile, le aziende chiuderanno, sole poche rimarranno in piedi. Sarà la fine per i democratici e la loro politica razzista, vedremo la rinascita dei repubblicani per vari decenni. Le parti si invertono nella storia politica americana. I repubblicani saranno osservatori del disastro dei democratici pronti a tornare in sella con Trump. L'uscita di Trump è sicuramente salutare per i repubblicani, ora potranno darsi una nuova genesi non più classista ma aperta all'intera società americana.
Maurizio Compagnone