Festa della Donna, si festeggia ancora dopo la pandemia?

Per le donne l'epoca della pandemia ha segnato un tornare indietro nel tempo ..

Festa della Donna, si festeggia ancora dopo la pandemia?

Nel 1977 l’Assemblea delle Nazioni Unite identificava il giorno 8 Marzo come la giornata internazionale della donna, un riconoscimento che voleva segnare le conquiste politiche e sociali delle donne e voleva combattere le troppe discriminazioni.

Nel 2021, nell’era della pandemia da covid-19, si leggono dati che nulla hanno a che vedere con quel lontano 1977, su 101 mila nuovi disoccupati, purtroppo 99 mila sono donne, una percentuale che viaggia intorno al 98%.

Se vi era ancora qualche perplessità sul fatto che la pandemia avesse amplificato quelle disuguaglianze di sempre, oggi tutte le nebbie si sono diradate e ci ha pensato come sempre l’Istat con i suoi impietosi numeri a riportarci ben stabili sulla terraferma.

Il motivo per cui la disoccupazione è oggi prevalentemente donna è perché sono impiegate soprattutto nei settori che più di tutti stanno soffrendo la crisi, il settore dei servizi e il settore domestico spesso con contratti che danno poca sicurezza e stabilità come il part time, e, sono le prime ad essere sacrificate dai datori di lavoro.

Siamo ancora nel blocco dei licenziamenti…

Oggi dovrebbe essere il giorno in cui l’impegno e la responsabilità prevaricano su ogni ipocrita festa, perché oggi più degli anni passati, l’8 marzo dovrebbe rappresentare quelle questioni di competenze e politiche attive per il lavoro, quella parità di genere che deve diventare reale e durare tutto l’anno.

Invece nel 2021, nell’era del terzo millennio, la maggior parte delle donne sono ancora intrappolate nella costrizione sociale della cura della famiglia che grava interamente sulle loro spalle, ne è fatto certificato lo smart working che si sovrappone al lavoro domestico ed ha contribuito a smantellare anche quel confine tra casa e lavoro, la palese dimostrazione di come si è arretrati indietro nel tempo.

Si è tornati nostro malgrado a quella che si definisce la barriera di cristallo, quella barriera invisibile che a livello sociale, culturale e psicologico avanza inesorabilmente in una disparità di genere sempre più importante.

C’è ben poco da festeggiare la donna, quando la pandemia la sta riportando indietro, e, a voler essere provocatori a molto prima di quel lontano 1977, quando si è ancora troppo distanti dalla parità di genere nella distribuzione dei ruoli di cura.

La conciliazione è ancora oggi il punto cruciale nella vita di molte donne.

E allora va bene dire che non si è per niente tutti sulla stessa barca, oggi più di sempre la parità di genere sta vivendo il suo dramma peggiore, le disuguaglianze economiche, i femminicidi che si sono accentuati in modo vertiginoso, tutto questo rischia di avere delle conseguenze inarrestabili nella società di oggi.

Non è sufficiente risolvere la suddivisione dei compiti tra uomo e donna per risolvere il problema, quando le differenze di genere si evidenziano in molti ambiti a partire dalla violenza, sia che si tratti di violenza fisica, sia che si tratti di violenza psicologica o, di violenza on-line prevalente tra gli adolescenti.

Le donne, triste affermarlo nel 2021, sono ancora un passo indietro, le nuove tecnologie sono contesti dove dovrebbero essere intraprese azioni positive per la parità di genere, e queste azioni dovrebbero andare soprattutto verso la direzione del grande cambiamento culturale, per far ciò oltre alle riforme strutturali, si dovrebbe inserire nella scuola l'insegnamento della parità di genere sin dalle elementari per arrivare a quel  grande risultato di non dover   più  parlare  di disparità tra uomo e donna.