Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro, 33 arresti per mafia

Operazione “KATARION”, investigazioni riguardanti un gruppo criminale operante sotto l’egida e con l’autorizzazione della storica consorteria mafiosa “Muto”, operante in Cetraro e nelle limitrofe aree del tirreno - cosentino,

Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro, 33 arresti per mafia

Operazione “KATARION

Nella prime ore della mattinata odierna, nelle Province di Cosenza[1], Reggio Calabria[2] e Torino[3], militari delle Compagnie di Paola (CS) e Scalea (CS), supportati da personale del Comando Provinciale di Cosenza, dello Squadrone Eliportato Cacciatori “Calabria”, del Nucleo Carabinieri Cinofili di Vibo Valentia, del 14° Battaglione Carabinieri “Calabria”, con la copertura aerea di un velivolo dell’8° Nucleo Elicotteri Carabinieri, coordinati dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro, hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal G.I.P. presso il Tribunale di Catanzaro, nei confronti di 33 soggetti[4] ritenuti responsabili, a vario titolo, dei reati di associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti; produzione, traffico e detenzione illeciti di sostanze stupefacenti; estorsione, tentata e consumata, aggravata dal ricorso al metodo mafioso; detenzione illegale di armi da fuoco”.

Le misure cautelari sono state emesse nell’ambito delle investigazioni riguardanti un gruppo criminale operante sotto l’egida e con l’autorizzazione della storica consorteria mafiosa “Muto”, operante in Cetraro e nelle limitrofe aree del tirreno - cosentino,

Il provvedimento cautelare costituisce l’epilogo di una attività investigativa[5] sviluppata sin dal mese di maggio 2016, con l’ausilio di attività tecniche, dalle componenti operative delle Compagnie di Paola e Scalea, che ha consentito di documentare:

  • a seguito dell’esecuzione dei provvedimenti restrittivi emessi nell’ambito dell’operazione[6] convenzionalmente denominata “Frontiera”, il riassetto organizzativo dei soggetti gravitanti nel contesto della cosca “MUTO”, egemone in Cetraro e nei Comuni dell’alto Tirreno cosentino, accertando la rinnovata capacità di approvvigionare ingenti quantitativi di stupefacente e di alimentare con carattere di continuità una ramificata rete di spaccio sul territorio. Il sodalizio, attraverso la richiamata organizzazione, poteva vantare il controllo del traffico degli stupefacenti lungo tutta la costa tirrenica;
  • il principale canale di rifornimento della cocaina, da parte dell’organizzazione criminale, individuato in un broker operante in provincia di Reggio Calabria, nell’area della Locride;
  • l’operatività del sodalizio di gestire in regime di “monopolio”, che si avvaleva di numerosi pusher, le diverse piazze di spaccio attive nelle aree urbane di Scalea, Santa Maria del Cedro, Belvedere Marittimo, Diamante, Buonvicino, Guardia Piemontese e Cetraro, facendo confluire i proventi delle attività nelle “casse” della cosca “MUTO”, anche per fare fronte alle spese legali, per lo stato di detenzione dei sodali, ed alle esigenze di sostentamento dei loro familiari;
  • la capacità di imposizione e di controllo del territorio attraverso la forza di intimidazione, come rilevato nella commissione di tre episodi estorsivi in danno di attività imprenditoriali/commerciali e di un ulteriore evento ai danni di un pusher per il recupero del corrispettivo in denaro di precedenti cessioni di sostanze stupefacenti.

Nel corso dell’indagine, sono stati sequestrati significativi quantitativi di sostanza stupefacente del tipo cocaina e hashish, nonché una ragguardevole somma di danaro in banconote di vario taglio, ritenuta provento dell’attività di spaccio; tratti in arresto 4 soggetti per spaccio di cocaina, registrando 241 episodi di cessione.

 

[1] Guardia Piemontese, Cetraro, Belvedere Marittimo, Diamante, Buonvicino, Santa Maria del Cedro, Scalea.

[2] Siderno.

[3] Ivrea.

[4] 10 in carcere, 8 agli arresti domiciliari, 15 all’obbligo di presentazione alla P.G.. 

[5] Frutto di due distinte indagini, avviate a seguito della denuncia di una donna di Cetraro concernente i ripetuti acquisti di stupefacente effettuati dal nipote nel mercato locale e di quella formalizzata da un imprenditore edile vittima di un tentativo di estorsione, poi riunite in un unico fascicolo presso la DDA di Catanzaro per convergenze investigative su esponenti di spicco della cosca “MUTO”.

[6] Eseguita il 19 luglio 2016.