Danilo Oscar Lancini (Lega), Recovery Plan: " tutto qui "
Lancini - non si rivela per nulla paragonabile al livello di dettaglio degli analoghi piani messi in campo da Francia e Germania e la tentazione di dire “É tutto qui?
LANCINI (Lega): «IL RECOVERY PLAN ITALIANO: TUTTO QUI?»
(Bruxelles, 9 dic) - L’Eurodeputato Danilo Oscar Lancini (Lega) interviene sul tema del Recovery Plan elaborato dal Governo Italiano.
«Mentre sale la conflittualità fra le varie componenti del Governo in riferimento a come gestire le risorse legate ai fondi del Next Generation EU - spiega Lancini - è stato possibile visionare la bozza del Piano Nazionale di ripresa e resilienza.
Sulla suddivisione dei 196 miliardi ipotizzati verifichiamo in prima battuta che si tratta di un intervento finalizzato soprattutto alla “transizione green” e al digitale, accantonando definitivamente la narrazione che lo descriveva come una specie di panacea di tutti i mali. La bozza - prosegue Lancini - non si rivela per nulla paragonabile al livello di dettaglio degli analoghi piani messi in campo da Francia e Germania e la tentazione di dire “É tutto qui?” è molto forte.
Per la sanità, in questi momenti emergenziali, vengono riservati solo 9 mld, poco più della metà di quelli destinati a “parità di genere”: evidente come chi fino a poco tempo fa insistesse sui 37 mld del MES pandemico lo faceva per altri scopi.
Incredibilmente, nessuna delle missioni individuate riguarda sicurezza e immigrazione, su cui invece ci sarebbe molto da investire per ridare tranquillità ai cittadini, mentre nei vari capitoli di spesa non rileviamo una sufficiente attenzione per far ripartire la locomotiva del Paese, ossia il tessuto produttivo delle Regioni settentrionali.
Da ultimo, ci saremmo aspettati molto di più, sia in termini di risorse che di programmazione, anche sulle politiche del lavoro e la disoccupazione giovanile, a testimonianza di un esecutivo che sostiene ideologicamente il reddito di cittadinanza, misura inefficiente ed iniqua che si presta a numerosi abusi, come abbiamo visto.
In definitiva - conclude Lancini - se non vi saranno consistenti cambi di rotta, il rischio di un impiego superficiale delle risorse cresce in modo esponenziale!»