Crisi da COVID - Gomme auto e carenza di Chip
La Cina, maggior consumatore al mondo di gomma naturale. Se la sua domanda cresce, il prezzo del greggio sale.
Prima i semiconduttori ed ora anche gli pneumatici
Tutto inizia qualche mese fa, quando i fornitori asiatici di chip vendono i semiconduttori alle società di computer e smartphone. Perché? Perché pare che l’industria automotive soffochi. Poi questa si rialza e chiede i chip, ma ormai c’è carenza di micro componenti elettronici. E ora arriva la seconda batosta: crisi gomme auto.
La pandemia del coronavirus ha alterato i flussi commerciali. La Cina, maggior consumatore al mondo di gomma naturale, ha fatto scorta. Il gigante asiatico sposta gli equilibri di continuo quando si muove: fa così anche per il petrolio. Se la sua domanda cresce, il prezzo del greggio sale.
Crisi gomme auto: fungo maledetto
Quindi, il Covid, la Cina. E poi? E poi un fungo, Pestalotiopsis: ha colpito le piantagioni dello Sri Lanka. Quindi i Paesi asiatici che sono grandi produttori di gomma. Va anche detto che non c’è un unico gigante della gomma, o tanti colossi dello pneumatico, in realtà il mercato è ultra frazionato, il che esacerba la situazione
Tutto qui? No, non è sufficiente. Difficoltà nell’approvvigionamento di schiuma per sedili, resine plastiche, materie prime quali il rame e perfino l’acciaio.
In parallelo, tutte le istituzioni, specie l’Unione europea, spingono affinché le Case producano auto sempre più efficienti e meno inquinanti. Una doppia, tripla pressione sui Costruttori auto che si traduce in tensione.
Lo ha anche rammentato l’Anfia (Associazione nazionale filiera auto): per l’acciaio e per le materie prime plastiche, pur trovandoci di fronte ad un fenomeno che lo squilibrio tra domanda e offerta lasciava presagire già a fine 2020, a preoccupare sono le proporzioni acquisite nelle ultime settimane. L’Anfia parla di scarsa disponibilità dei materiali in questione: sta facendo pericolosamente allungare le tempistiche di consegna. In alcuni casi addirittura triplicate.
Prima i semiconduttori ed ora anche gli pneumatici
Tutto inizia qualche mese fa, quando i fornitori asiatici di chip vendono i semiconduttori alle società di computer e smartphone. Perché? Perché pare che l’industria automotive soffochi. Poi questa si rialza e chiede i chip, ma ormai c’è carenza di micro componenti elettronici. E ora arriva la seconda batosta: crisi gomme auto.
La pandemia del coronavirus ha alterato i flussi commerciali. La Cina, maggior consumatore al mondo di gomma naturale, ha fatto scorta. Il gigante asiatico sposta gli equilibri di continuo quando si muove: fa così anche per il petrolio. Se la sua domanda cresce, il prezzo del greggio sale.
Crisi gomme auto: fungo maledetto
Quindi, il Covid, la Cina. E poi? E poi un fungo, Pestalotiopsis: ha colpito le piantagioni dello Sri Lanka. Quindi i Paesi asiatici che sono grandi produttori di gomma. Va anche detto che non c’è un unico gigante della gomma, o tanti colossi dello pneumatico, in realtà il mercato è ultra frazionato, il che esacerba la situazione
Tutto qui? No, non è sufficiente. Difficoltà nell’approvvigionamento di schiuma per sedili, resine plastiche, materie prime quali il rame e perfino l’acciaio.
In parallelo, tutte le istituzioni, specie l’Unione europea, spingono affinché le Case producano auto sempre più efficienti e meno inquinanti. Una doppia, tripla pressione sui Costruttori auto che si traduce in tensione.
Lo ha anche rammentato l’Anfia (Associazione nazionale filiera auto): per l’acciaio e per le materie prime plastiche, pur trovandoci di fronte ad un fenomeno che lo squilibrio tra domanda e offerta lasciava presagire già a fine 2020, a preoccupare sono le proporzioni acquisite nelle ultime settimane. L’Anfia parla di scarsa disponibilità dei materiali in questione: sta facendo pericolosamente allungare le tempistiche di consegna. In alcuni casi addirittura triplicate.
Fabio Sanfilippo- Puoi seguirmi sui social qui sotto