Casal di Principe. Due ergastoli il boss è stato scarcerato, fece uccidere anche Don Diana.

Una scarcerazione che non porta rispetto alle vittime.

Casal di Principe. Due ergastoli il boss è stato scarcerato, fece uccidere anche Don Diana.

Casal di Principe. Due ergastoli il boss è stato scarcerato, fece uccidere anche Don Diana.

Casal di Principe (CE) 03 Agosto, è stato scarcerato il mandante dell'omicidio del prete anticamorra Don Peppe Diana, nella parrocchia di San Nicola di Bari di Casal di Principe, ucciso nel 1994, mentre si preparava per dire messa.

Nunzio De Falco, di 71 anni, cche era stato condannato a due ergastoli, detenuto nel carcere di massima sicurezza di Sassari, è stato scarcerato per motivi di salute, ora l'assassino ritornerà a casa sua a Villa Literno, nel Casertano.

La sorella del prete ucciso, si è espressa in tal senso, apprendendo la notizia : "Per quello che ha fatto, quell'uomo avrebbe dovuto morire in carcere. Io non ho potuto abbracciare mio fratello negli ultimi istanti, don Peppe non è morto circondato dall'affetto dei propri cari. Dunque nemmeno chi è stato condannato come mandante del suo omicidio dovrebbe avere questa possibilità.

Probabilmente mio fratello, da prete, avrebbe perdonato, ma io non sono un prete e non perdono un assassino come Nunzio De Falco. Doveva morire da solo in cella, come accadde a mio fratello".

Il fratello di Don Diana, Emilio Diana ha aggiunto : "Non ce l'aspettavamo, anche perchè ritengo sarebbe stato più giusto che un assassino come De Falco morisse in carcere. Ed invece potrà morire con accanto l'affetto dei suoi familiari, cosa che mio fratello non ha avuto. È questa la cosa che mi fa star più male".

Fu proprio De Falco a ordinare al killer Peppe Quadrano di uccidere don Diana, perchè dava fastidio.

Il De Falco fu catturato in Spagna nel novembre 1997 e poi estradato, accusato anche di essere il mandante dell'omicidio avvenuto nel 1991 a Cascais (Portogallo), di Mario Iovine, braccio destro di Antonio Bardellino, capo e fondatore del clan dei Casalesi.

Il Comitato Don Peppe Diana, che da anni gestisce i beni confiscati alla camorra commenta così la decisione della scarcerazione del boss : "La notizia degli arresti domiciliari concessi a Nunzio De Falco, mandante di omicidi tra cui quello di don Giuseppe Diana, per quanto possa rientrare nelle misure di legge, resta per noi molto sconcertante".

"La decisione dei giudici, ritorna come ingiustizia dinanzi alla memoria di don Diana e di tutte le vittime innocenti di camorra. Soprattutto perché non c'è stata nessuna confessione, alcun pentimento, né richiesta di perdono alla famiglia. A tutti devono essere assicurate le cure mediche, ma crediamo che le carceri italiane siano attrezzate anche per gestire situazioni di salute gravi. Sapevamo e sappiamo che prima o poi i condannati scontano la loro pena, ma temiamo che segnali come questo possano essere di incoraggiamento per coloro che vorrebbero rigettare il territorio nella paura della camorra. I familiari vivono un danno perpetuo. Continueremo a essere vigili. Il Comitato don Peppe Diana e il coordinamento regionale di Libera sono vicini alla famiglia di don Peppe Diana".