Carenza di medici in Lombardia
Mammì spiega: “Va affrontato e risolto il problema della carenza cronica di medici di base
Carenza di medici, mozione del M5S Lombardia. Mammì: “No ai cittadini senza assistenza: Moratti deve risolvere il problema della carenza dei medici di base”.
Il Consiglio regionale della Lombardia valuterà, nel corso del Consiglio regionale di domani martedì 19 gennaio, una mozione del M5S Lombardia, a firma del Consigliere regionale Gregorio Mammì, che ha l’obiettivo di garantire “la continuità e l’effettività dell’assistenza” a fronte dei numerosi pensionamenti di medici di base.
Mammì spiega: “Va affrontato e risolto il problema della carenza cronica di medici di base. Non possiamo permetterci di lasciare i cittadini senza assistenza.
Dal 2018 al 2022 in Lombardia, i dottori che hanno lasciato o lasceranno il servizio saranno 1802. I pensionamenti stanno peggiorando il quadro dell’offerta di servizi socio sanitari con gravi ricadute sull’assistenza che coinvolgono soprattutto le persone fragili. L’offerta è ormai lacunosa: i medici di medicina generale hanno troppi pazienti, numeri che non garantiscono la possibilità di offrire prestazioni ottimali. Lo ripeto da inizio legislatura, senza che il centrodestra muova un dito”.
“La situazione è assurda, in questo momento non è pensabile una persona anziana, un cronico, un paziente fragile o semplicemente un cittadino rimanga senza assistenza medica. Serve un cambio di passo; Moratti deve imporre al suo assessorato iniziative risolutive. Va definito un nuovo modello di organizzazione territoriale delle cure primarie che agevoli forme di aggregazione dei medici di medicina generale e va valorizzata l’attività degli enti locali. La mozione del M5S merita di essere approvata all’unanimità: la Lombardia deve ricominciare a investire per la salute dei suoi cittadini”.
Nello specifico la mozione chiede un impegno dell’Assessore al Welfare Letizia Moratti affinché la Lombardia promuova e favorisca “forme di aggregazione dei Medici di Medicina Generale, non necessariamente nella configurazione di gruppi mono-professionali, ma favorendo soprattutto gruppi multi-specialistici” e che le riassegnazioni in caso di pensionamenti avvengano secondo il principio di prossimità, coinvolgendo nelle scelte anche gli enti locali