Arresti nel Palermitano, sciolte amministrazioni comunali, illeciti mafiosi
Dipendente Comunale agevolava gli illeciti mafiosi legati allo smaltimento dei rifiuti
Arresti nel Palermitano, sciolte amministrazioni comunali, illeciti mafiosi
16 Luglio, scoperto traffico illecito nella gestione dei rifiuti nel Palermitano e precisamente nei Comuni di Partinico, San Giuseppe Jato e San Cipirello.
I Carabinieri e i Finanzieri hanno eseguito un’ordinanza cautelare di arresti domiciliari nei confronti di tre persone, amministratori di alcune imprese, che si sono occupate della raccolta dei rifiuti nei comuni sopraccitati.
A carico di un altro amministratore, e socio delle società, è scattato anche l’obbligo di dimora, mentre per un dipendente del Comune di Partinico è stata disposta la misura di sospensione dall’esercizio pubblico.
Gli indagati sono tutti accusati a vario titolo di bancarotta fraudolenta, intestazione fittizia di beni, e quote societarie, inadempimento di contratti per pubbliche forniture, utilizzo di fatture per operazioni inesistenti, riciclaggio e autoriciclaggio.
L’operazione, coordinata dalla Procura di Palermo, soprannominata Cogenesi, ha portato al sequestro di beni per 2,5 milioni.
Dalle indagini è emerso che le imprese del settore rifiuti, nel mirino degli inquirenti, erano già state al centro d’inchieste, e destinatarie di provvedimenti interdittivi antimafia, in quanto colluse con esponenti mafiosi del mandamento di San Giuseppe Jato.
Tutti e tre le amministrazioni comunali sono state sciolte per infiltrazioni mafiose.
L’inizio delle indagini risalgono a settembre 2018, in seguito ad un attentato incendiario, in cui furono distrutti mezzi, e strutture dell’autoparco del Comune di Partinico.
Dalle indagini dei Carabinieri di Partinico, che si sono avvalsi di alcune intercettazioni, è stato accertato che le fiamme furono appiccate, in seguito all’appalto affidato da parte dell’Amministrazione comunale locale, del nolo dei mezzi destinati al servizio di raccolta, alla Cogesi srl.
Pertanto ne emergeva una presunta connivenza tra il dipendente comunale, e gli amministratori di diritto e di fatto dell’azienda.
L’impiegato comunale si sarebbe occupato di omettere contestazioni per gravi inadempimenti contrattuali (dovuti al nolo di mezzi in misura inferiore a quella dichiarata, nell’impiego di mezzi privi di revisione e/o non iscritti all’Albo dei Gestori Ambientali), evitando la mancata messa in mora e risoluzione del contratto nei confronti della Cogesi Srl, omettendo d’informare l’Anac, sulla prematura interruzione del rapporto contrattuale.
Controlli eseguiti in seguito dagli agenti della polizia municipale, su disposizione del sindaco Maurizio De Luca, che poi si dimise.
I finanzieri hanno constatato inoltre, che gli indagati, riciclavano l’intero patrimonio aziendale della Cogesi Srl, facendo fallire la società, e “reinvestendo” i capitali, nell’acquisto d’immobili e di beni di lusso (tra cui imbarcazioni, orologi e supercars), costituendo nel frattempo, la nuova società Eco Industry srl, con sede in San Giuseppe Jato (Pa).
Il gip ha disposto il sequestro preventivo e la confisca dei profitti derivanti dalla bancarotta fraudolenta e dall’utilizzo di false fatturazioni, a carico della Eco Industry, sequestrando : un immobile sito a San Cipirello, due autovetture di lusso tra cui una Ferrari, per un valore complessivo di oltre 2 milioni e mezzo di euro.
Nell’operazione "Cogenesi" sono finiti agli arresti domiciliari : Stefano Lo Greco, di anni 36, Michele Lo Greco, di anni 30, e Valentina Mangano, di anni 27.
Su richiesta della Procura della Repubblica di Palermo inoltre, il giudice per le indagini preliminari ha applicato, l’obbligo di dimora per un altro amministratore, Vincenzo Lo Greco, di anni 71, disponendo anche la sospensione del servizio come dipendente pubblico del Comune di Partinico a Giuseppe Gallo.