Stivale e Sicilia. Perché non collegarli con la soluzione più semplice?

Sul ponte ci sono fior fiore di progetti, decisioni e miniature presentate in quasi tutte le trasmissioni tv

Stivale e Sicilia. Perché non collegarli con la soluzione più semplice?

Rendiamo nota la posizione di una delle principali associazioni dei consumatori, l'ADUC

Firenze, 11 Agosto 2020. Siamo rimasti stupiti che, allo scontato riemergere della possibilità di costruzione del ponte sullo stretto di Messina, si sia affiancata l’ipotesi della costruzione di un tunnel. I 209 miliardi del Recovery Fund in arrivo, e gli altri che forse si prenderanno se qualcuno si convincerà che non ci sono motivi per non prenderli, hanno stimolato i nostri politici, governanti ed amministratori, quasi stessero per inviare una letterina a Babbo Natale.

Sul ponte ci sono fior fiore di progetti, decisioni e miniature presentate in quasi tutte le trasmissioni tv dell’informazione italiana in questi ultimi decenni. Sul tunnel, a parte qualche disegno qui e là, sembra non ci sia nulla.

Poi ci sono quelli che dicono che ci sono altre priorità. E che il problema non è costruire ponti ma far sì che quelli che ci sono non caschino e sian ben tenuti, e che la mobilità ferroviaria (sul continente e sull’isola) grida vendetta con voce più alta.

Per quelli che sostanzialmente non vogliono una continuità tra Stivale e Messina, possiamo solo dire che ci rimane sempre il dubbio perché l’alta velocità dovrebbe arrivare fino a Reggio Calabria e poi i vagoni dovrebbero usare i traghetti, e lo stesso per la mobilità su gomma.
Certo, c’è il problema dei collegamenti ferroviari tra Napoli e Reggio Calabria e tra Messina e Palermo, che sono quel che sono e che tutti considerano prioritari. Ma perché questa priorità non è più tale per il collegamento tra Messina e Reggio Calabria? Perchè nella mobilità non si dovrebbe considerare anche l’abbattimento dei tempi tra “terraferma” e isola? Non crediamo che questi collegamenti veloci ferroviari siano considerati prioritari solo per il sud della Calabria e per la rete ferroviaria interna siciliana. Perché le tre infrastrutture non dovrebbero essere considerate di pari valore e quindi procedere per tutte?

Noi, che questi giorni leggiamo di quattro ore di fila su gomma per imbarcarsi e superare lo Stretto, restiamo perplessi di fronte a chi - ponte o tunnel - vorrebbe che tutto rimanga com’é.
Anche in considerazione che, in virtù dell’attuale situazione, il trasporto aereo (costoso ed inquinante) da/per l’isola, non può che trarne vantaggio.
Ci interessano gli utenti dei servizi e l’equilibrio ambientale, o si crede che quest’ultimo significa solo restare come siamo (situazione in cui stiamo comunque consumando il Pianeta, Calabria e Sicilia incluse). Gli utenti - che hanno priorità tipo ambiente, costi d’uso e velocità - devono solo allinearsi alle politiche di chi governa senza che le loro necessità siano prese in considerazione?

Sul tunnel ci viene in mente quello tra Francia e Regno Unito, sotto la Manica, e del suo esclusivo e costoso servizio solo per il trasporto ferroviario. Non conosciamo progetti per un tunnel tra Calabria e Sicilia. Se dovesse esserci non solo per la mobilità ferroviaria, crediamo che dovrebbe essere molto impegnativo. Mentre il progetto per il ponte ci sembra che sia ad uno stadio molto avanzato e per tutti i tipi di mobilità terrestre.
Perché non procedere con le soluzioni più semplici e polifunzionali?

Vincenzo Donvito, presidente Aduc