Roma/ Sgarbi, Gualtieri: “Oscuro funzionario di partito e ministro per caso”
Rodolfo Gualtieri, oscuro funzionario del Partito Disperso, cade nei luoghi comuni del più triste capitalismo,riesumando, in modo volgare, la concezione dei beni culturali come “nostro petrolio”.
Roma/ Sgarbi replica a Gualtieri: “Oscuro funzionario di partito e ministro per caso”
ROMA Vittorio Sgarbi replica a Roberto Gualtieri, il candidato sindaco del Pd che stamane ha attaccato lo storico e critico d’arte parlando della sua designazione quale assessore alla cultura come una “minaccia”.
“Alla ricerca di un “profilo di alto livello” alla cultura per il Comune di Roma - ribatte Sgarbi - lo sconosciuto e ministro per caso, Rodolfo Gualtieri, oscuro funzionario del Partito Disperso, cade nei luoghi comuni del più triste capitalismo,riesumando, in modo volgare, la concezione dei beni culturali come “nostro petrolio”.
Gualtieri afferma, come una scimmia, che “l’assessore alla cultura è come il ministro al petrolio dell'Arabia Saudita". Ecco: il paese che lo attende.
Nulla è più estraneo alla infinita varietà della bellezza di pitture,con tutti i colori, e di sculture, bianche e candide come le luce, della materia densa, nera e sporca del petrolio,che ne è la negazione.
L’accostamento fetido e maleodorante di Gualtieri - continua Sgarbi - è quanto di più lontano dal valore simbolico e spirituale delle opere d’arte. Tutto è industria e sfruttamento. Tutto è consumo.
Ma la meschinità di Gualtieri - aggiunge lo storico e critico d’arte - si esprime nella ingiuria e nella vera,minaccia: “Roma deve diventare la Silicon Valley della cultura”.
Non solo uno slogan vuoto, ma impertinente e offensivo. Roma ha mosaici, marmi, affreschi, ceramiche, vetri, stoffe, pietre, porfidi, serpentini, le invenzioni dei Cosmati,di Bernini,di Borromini. Gualtieri è capace di contrapporvi il silicio per microprocessori e microcomputer. Una malinconia senza fine. Una minaccia certa per Roma che, dopo “MafiaCapitale”, potrebbe, con lui, aspirare all’ambizioso titolo “Silicon Valley della cultura”.
I romani, non siliconiani - conclude Sgarbi - lo fermeranno”