Pescatori liberi, implicazioni e dubbi

l'Italia gioisce ma come al solito ci sono ombre

Pescatori liberi, implicazioni e dubbi

L'Italia che lavora gioisce ed è naturale che sul piano umano ci sia la massima condivisione per avere riportato a casa i nostri connazionali, in ritardo e con le solite ombre di questi casi.

Ci sono però alcune implicazioni di tipo politico interno ( proprio nel momento in cui Conte è in difficoltà..) ma anche internazionali, ma partiamo dalle seconde.

Arturo Varvelli dell’European Council on Foreign Relations (Ecfr). “Il fatto che un presidente del Consiglio e un ministro degli Esteri si siano mossi per andare a sancire la liberazione da un generale, il generale Khalifa Haftar, che non ha alcun riconoscimento internazionale o che non dovrebbe averne, è naturalmente il prezzo implicito che abbiamo pagato per risolvere questa situazione”, dice all’Adnkronos International.

Abbiamo trattato con un generale che non rappresenta tutti i libici e non è riconosciuto come legale rappresentante del popolo libico, creando un precedente, e lasciando intendere che chissà cosa ci sia dietro ora e in futuro, dopo questa trattativa...

Sarebbe interessante comunque, al di là delle polemiche di parte arrivare a definire con precisione la questione della sovranità sul mare:  l'articolo 136 della Convenzione di Montego Bay definisce il suolo e il sottosuolo del mare internazionale, e le risorse ivi contenute, come patrimonio comune dell'umanità; nessuno Stato può esercitare la propria sovranità su tale area.

La normativa è la Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare, o UNCLOS acronimo del nome in inglese United Nations Convention on the Law of the Sea,[1] è un trattato internazionale che definisce i Diritti e le responsabilità degli Stati nell'utilizzo dei mari e degli oceani

La denominazione e i limiti delle aree si possono consultare su https://it.wikipedia.org/wiki/Convenzione_delle_Nazioni_Unite_sul_diritto_del_mare

I pescatori si avventurano in alto mare arrivando magari troppo vicini alla costa libica per prendere più pesce e questo comporta spesso la loro cattura.

Occorrerebbe fare accordi tra stati ma ci si può accordare con stati sovrani e rappresentanti ufficiali non ufficiosi e quando uno Stato come l'Italia tratta come può pur di portare a casa gli italiani, si espone a una serie di problemi.

C'erano altre strade? Difficile dirlo, vista la precarietà della situazione politica libica, certo il fine giustifica i mezzi, come in altre occasioni in cui l'Italia preferisce pagare.

Se si fosse mosse tutta l'Europa magari sarebbe andata diversamente, ma sappiamo quanto contiamo, poco e questo ci rende deboli.