Pericolo Tik Tok Il nuovo social dei giovanissimi, un pericolo in rete.
Tik Tok, il nuovo social che spopola tra i giovanissimi è sotto processo e sono stati già lanciati non pochi allarmi sui rischi cui espone gli utenti sia sul piano delle conseguenze che sulla protezione dei loro dati personali.
La piattaforma che ha la sua base ed i server in Cina, è nata nel 2016 ed in pochi anni, ha registrato cifre di contatti da capogiro. Oltre un miliardo di download e cinquecento milioni di utilizzatori di questa piattaforma che preferisce definirsi di video sharing piuttosto che social, e la maggior parte dei suoi utenti sono minorenni.
L’applicazione consente di creare e condividere contenuti audiovisivi all’insegna della “libera espressione alla propria immaginazione”, e dopo essere già stata sanzionata negli Stati Uniti per 5.7 milioni di dollari a causa dell’uso illecito di dati di bambini, è già finita sotto le lenti d’ingrandimento della Federal Trade Commission d’oltreoceanoe del Garante privacy del Regno Unito.
Anche il Garante per la Privacy italiano ha messo in guardia dai pericoli che si corrono a causa della vulnerabilità dell’applicazione ed all’uso che potrebbe essere fatto dei video. Una class Action ha già preso avvio in California.
A differenza di Facebook e Instagram, la piattaforma di Tik Tok non offre alcuna garanzia sulle modalità di trattamento dei dati personali, ad iniziare dal fatto che, per accedere, è semplicemente sufficiente dichiarare di avere compiuto 13 anni.
Inoltre, dal momento dell’iscrizione, di tutti i dati personali forniti dagli utenti ed i video che vengono condivisi, non è dato sapere che cosa avvenga, salvo che l’azienda, nella sua scarna e mal costruita informativa sulla privacy, comunica che possono essere conservati senza limiti di tempo, senza specificare da chi, e che tutto può essere ceduto a società collegate e controllate.
Si comprende quindi quanto possa essere grave il problema generato da questo nuovo social che raccogli dati di giovanissimi, forniti in maniera molto avventata, e senza alcuna certezza su chi possa esservi dall’altra parte dello schermo a cliccare sui video messi in rete da ragazzini, presi solo dalla voglia di apparire e farsi vedere sul web. Già segnalati numerosi casi di richiesta di invio di immagini di nudo a giovanissimi, e sorgono molti dubbi sull’efficacia delle misure di sicurezza che la piattaforma sostiene voler implementare, tenuto conto che, oggi, ai millennial nati con il cellulare in mano è impossibile toglierlo. Inutile cercare di spiegare che un video realizzato oggi, con la leggerezza che contraddistingue un adolescente, potrebbe riemergere dalla memoria della rete in un futuro, più o meno lontano, e portare danni di immagine e reputazione non da poco, ovvero creare problemi sul lavoro e nella vita di relazione.
Si sono inoltre registrate polemiche che toccano Cina e Stati Uniti. Le accuse giunte dagli States di uso dei dati a fini di spionaggio sono state smentite dalla società cinese, ma indipendentemente da un uso politico dei dati, resta il fatto che restano nella disponibilità del gestore della app.
Questa vicenda pone ancora una volta alla luce, il problema della consapevolezza di ciò che facciamo in rete e la necessità di creare una cultura di protezione dei dati personali, e tutelare la nostra privacy. Un qualcosa a cui, purtroppo, abbiamo abdicato e di cui i più giovani, in un contesto in cui l’apparire e l’essere in rete sembra siano tutto, si disinteressano totalmente.
Non ci dovremmo quindi meravigliare se anche il Garante italiano dovesse intervenire nei confronti di questa piattaforma in costante crescita di utenti. In ogni caso Tik Tok può rappresentare un problema non da poco per genitori e famiglie.
Avv. Gianni Dell’Aiuto