Passaggio di testimone per l’Età Ibrida

Gli studenti della classe di Story Design della Scuola Holden, guidati da Paolo Iabichino, consegnano il manifesto dell’Età Ibrida alle imprese del territorio.

Passaggio di testimone per l’Età Ibrida

Un manifesto, una guida, un vademecum: non è facile definire l’Alfabeto dell’Età Ibrida, il documento che la Camera di commercio Milano Monza Brianza Lodi ha messo a disposizione, delle imprese del territorio, per provare a rimettere ordine nella confusione che la pandemia, e l’infodemia che ne è risultata, hanno portato nella nostra vita quotidiana. 

Di natura ovviamente ibrida, si tratta di un elenco di mindset, strumenti e valori (in rigoroso ordine alfabetico) che bisogna padroneggiare per parlare la nuova lingua franca del mercato.

L’Alfabeto dell’Età Ibrida nasce dalle lezioni degli esperti intervenuti durante la rassegna: Nicolò Andreula ha spiegato il concetto di phygital, un nuovo modo di fare marketing nell’età ibrida; Giulio Xhaët ha raccontato la necessità della contaminazione in qualsiasi attività lavorativa; Vera Gheno ha illustrato l’importanza di ristabilire il valore centrale che le parole hanno nella nostra vita; Assunta Corbo ha parlato di empatia digitale; e, infine, Luciano Floridi ha concluso la rassegna con una riflessione sulla vita onlife, la nostra esistenza in parte analogica e in parte digitale. 

“Ogni lezione è finita in una lettera dell’Alfabeto arricchito di tanti altri concetti e strumenti indispensabili a chiunque voglia fare impresa oggi: troviamo la F di Facebook e la G di Google, ma anche la R di Relazione e la N di Negozio, la B di Benessere e la V di Verità. Concetti vecchi e nuovi insieme, perché questo documento non vuole essere soltanto una sintesi, ma piuttosto un punto di riferimento per percorrere una strada diversa in questa società in continuo mutamento” afferma Paolo Iabichino, Direttore Creativo e Fondatore insieme a Ipsos Italia dell’Osservatorio Civic Brands. “Speriamo che non sia soltanto una testimonianza di questi incontri, ma soprattutto un testimone per le settimane e per i mesi che verranno. Perché credo che in queste ventuno lettere ci sia il senso di quel che abbiamo fatto e di quel che faremo per stare sul mercato nelle prossime settimane in un tempo così ibrido come quello che stiamo attraversando”.

L’Alfabeto de l’Età Ibrida segna anche la conclusione del ciclo di incontri de L’età ibrida - Dialoghi per le imprese alla vigilia di una nuova era, un progetto di confronto della stessa Camera di commercio curato dal Creative Director Paolo Iabichino assieme alla fondatrice dell’agenzia Mirandola Comunicazione e della piattaforma iPressLIVE, Marisandra Lizzi. 

“La rassegna è stata un dialogo nato in un anno che ha messo fortemente in discussione i modelli delle nostre vite professionali ma anche private, rendendole sempre più ibride. Dove per ibrido non intendiamo solo contaminazione tra digitale e analogico, ma anche tra personale e professionale, tra produttività e bighellonare (Mafe de Baggis nel suo ultimo libro ci ha ricordato che Baudelaire lo chiamava flânerie), tra vuoto e pieno, tra natura e città. C’è bisogno di interpreti, di traduttori, di persone che studiano le frontiere del digitale e si confrontino con altre che studiano l’uomo nella sua molteplice complessità per tracciare una strada possibile. L’età ibrida è tutto questo: un dialogo per unire le forze e contaminare le esperienze per entrare in questa nuova era che Paolo ha ribattezzato Ibridocene e che si caratterizza appunto da questa ibridazione di ogni ambito della nostra esistenza.” afferma Marisandra Lizzi, Founder di Mirandola Comunicazione e iPressLIVE.

Gli autori del manifesto sono cinque studenti del college di Story Design della Scuola Holden di Torino: Simone Aragona, Clarissa Ciano, Vittoria Duò, Serena Vanzillotta e Luisa Zhou. Giovani tra i 20 e i 29 anni, tra gli autori anche del New Train Manifesto, che hanno provato a cristallizzare le lezioni imparate durante il ciclo d’incontri de L’età ibrida in un alfabeto, pensato sotto la guida di Elisa Botticella Storyteller e Iabichino, loro Maestro. 

Qui il racconto Medium dell’evento di chiusura, mentre la puntata completa è al seguente link.

Ecco le 21 lettere de L’Alfabeto dell’Età Ibrida, disponibili anche sul sito della Camera di commercio:

Amazon
L’Età Ibrida è una terra di mezzo, la transizione tra un modo di pensare antico e uno nuovo, più leggero. È una terra inesplorata, una selva. E non è un caso se uno dei suoi primi abitanti fu proprio Amazon, il negozio più grande del mondo che ha tutti i prodotti, dalla A alla Z. E allora a noi cosa resta? Imparare quel che c’è di buono e migliorarlo, lasciare che i nostri valori abbiano un peso, conoscere i propri limiti e ribaltarli, valorizzarli. 

Benessere
L’Età Ibrida deve essere un viaggio verso una società migliore, verso un lavoro che sia finalmente a misura d’uomo. Il bello è che non ci sono dogmi né lezioni da seguire: dobbiamo provare e magari anche sbagliare, e poi riprovare e sbagliare ancora, finché non saremo soddisfatti. Perché lavorare meglio significa soprattutto vivere meglio.

Contaminazioni
Abitiamo un tempo interconnesso in cui non si può più ragionare per compartimenti stagni ma dove innovare vuol dire prima di tutto imparare a contaminarsi: di nuovi saperi e nuove culture, di forme e costrutti mai studiati. Solo danzando tra i confini di discipline diverse sapremo individuare nuove soluzioni. Come? Usando l’unica arma che ci contraddistingue davvero: la creatività umana.

Dati
Report, infografiche e statistiche: a partire dai dati che riceviamo ogni giorno possiamo creare percorsi inediti, capaci di stabilire (o ristabilire) un contatto con la  comunità alla quale apparteniamo. Nelle scelte di consumo e nei prodotti che scegliamo si nascondono risorse preziose: impariamo a prendercene cura. 

Empatia
L’empatia è memoria dell’altro e come tale va allenata. 
Fare mercato oggi significa soprattutto ascoltare e poi iniziare una conversazione con i propri clienti. Soltanto riconoscendo l’altro possiamo comunicare davvero, poco importa che sia attraverso lo schermo di uno smartphone o tra le pareti del nostro negozio. È quando ci dimentichiamo dell’altro che le nostre parole perdono di efficacia: cerchiamo sempre di usarle bene, riconoscendo il nostro pubblico e capendo davvero i suoi bisogni. 

Facebook
Nell’Età Ibrida i social network rappresentano uno degli alleati più preziosi per ogni tipo di attività: si usano un po’ come delle vetrine, anche se virtuali certo, ma permettono di comunicare con un pubblico molto vasto, potenzialmente grande come il mondo intero. 
La sfida è quella di riuscire a rimanerci autentici anche in questa dimensione, trasmettendo valori e punti di forza con chiarezza, onestà e coinvolgimento. 

Google
Google non può più essere la nostra terra incognita. Dobbiamo esplorare, comprendere, riadattare le sue metriche ai nostri bisogni, per facilitare i processi di ricerca. Per trovare ed essere trovati.

H24
H24, colpito e affondato. 
L’Età Ibrida è caratterizzata da forti accelerazioni, ma per sopravvivere è necessario anche capire quando premere il tasto pausa. Abbiate il coraggio di disconnettervi quando siete stanchi, senza aver paura di rimanere “tagliati fuori” dal mercato: il tempo rimane la risorsa più preziosa che abbiamo. Devono essere i ritmi delle attività a seguire quelli umani, non viceversa.

Ibridocene
Non siamo più alla vigilia di una nuova era, siamo entrati definitivamente in un tempo nuovo che chiede a chiunque nuove responsabilità. Non possiamo più permetterci di sprecare il nostro tempo a discutere tra poli contrapposti. Dobbiamo abbracciare con coraggio i nuovi paradigmi sociali, economici, politici e cognitivi.L’Ibridocene è una promessa di progresso dove le sintesi vincono sulle antitesi e dove il senso civico prevale sugli interessi individuali.

Linguaggio
Nell’era della comunicazione, la lingua, materia ibrida per eccellenza, definisce il mondo che ci circonda, ponendo limiti ai concetti più difficili e fotografando i cambiamenti più interessanti. In fondo, è così che creiamo il mondo, cercando le parole giuste. Per questo, qualsiasi mestiere facciamo, le parole rimangono una componente centrale della nostra vita: impariamo a usarle con cura, costruiamoci una reputazione nel nostro ambito, ma cerchiamo anche di riconoscere quando è meglio rimanere in silenzio. Le nostre parole sono sempre più esposte e la responsabilità di quel che diciamo o scriviamo sarà sempre e soltanto la nostra.

Mindset
L’Età Ibrida richiede la convergenza tra forze polarizzate e distanti l’una dall’altra. Occorre cambiare atteggiamento e, con la capacità di un equilibrista, mettere in accordo le forze contrastanti: senza più paura né freni, con conoscenze orizzontali e non più soltanto verticali, respingendo dogmi e lezioni per aprirsi al rischio e allo sbaglio, consapevoli che, molto spesso, le più grandi opportunità nascono da quelle situazioni che sono state in grado di farci cambiare punto di vista.

Negozio
I negozi non sono più solo fisici ma abitano anche la rete, che si trasforma in un luogo d’esperienza innovativa. Ridisegniamo gli spazi, le città e i quartieri ampliandone i confini: l’e-commerce non sarà altro che la proiezione virtuale di una realtà adattata a uno spazio diverso. 
Lo schermo del nostro dispositivo diventerà una porta, il nostro dito sarà come un passo ma il nostro sguardo rimarrà sempre lo stesso. 

Onlife
Dolce o salato, bianco o nero, tesi o antitesi? Sintesi. 
Abbiamo bisogno di abbandonare il pensiero novecentesco e abbracciare questa nuova epoca con la consapevolezza che l’intreccio di approcci diversi può generare un valore incalcolabile. Analogico e digitale non sono più istanze opposte, ma vivono in salute solo se ne riconosciamo la continuità. La nostra vita, ormai, è onlife.

Phygital
Una frontiera in continuo mutamento: questo è il phygital. Né soltanto fisico né completamente digitale, questo nuovo modo di pensare si muove tra due mondi che si influenzano e compenetrano a vicenda, creando una realtà del tutto nuova. Le possibilità sono infinite e riguardano soprattutto l’interazione con i clienti: il negozio può finalmente slegarsi dal “posto in cui si deve andare” per diventare il “posto in cui si desidera andare”.

Qui e ora
Quella dell’Età Ibrida è l’era del qui e ora, in cui passato e futuro si incontrano dentro una nuova dimensione, un presente in continuo divenire. 
È così che le esperienze umane finiscono per propagarsi attraverso due mondi: quello fisico, tangibile, e quello digitale, immateriale: due mondi sempre presenti che si completano e arricchiscono l’un l’altro.

Relazione
Il nostro più grande capitale sono le relazioni che decidiamo di stringere con il pubblico. Non possiamo più pensare per interfacce impassibili, ma dobbiamo coltivare interazioni human to human. Solo così potremo costruire legami solidi, capaci di navigare in queste acque salmastre.

Sostenibilità
Se non diventiamo realmente sostenibili, verremo riciclati. La sostenibilità delle proprie scelte non è più un merito, è la condizione necessaria per sopravvivere all’Età Ibrida.

Tecnologia
La rivoluzione digitale sta trasformando le nostre vite a una velocità mai sperimentata prima, non soltanto modificando il modo in cui entriamo in contatto con il mondo, ma soprattutto ridefinendo i confini della realtà attorno a noi e quindi la percezione che abbiamo di noi stessi. 
La tecnologia è diventata un’appendice del nostro corpo, la risorsa di cui abbiamo bisogno e che non possiamo più temere.

Umanesimo
La sinergia tra analogico e digitale è la chiave per un nuovo Umanesimo.
Eppure mettere l’essere umano al centro della rivoluzione digitale non vuol dire soltanto farne la misura di tutte le cose, ma anche riconoscere il valore dell’altro: impariamo ad ascoltare, confrontarci e dialogare. E poi impariamo a usare la rete, questa inesauribile intelligenza collettiva a cui tutti possiamo partecipare e da cui tutti possiamo attingere, sempre.

Verità
Le verità sono diventate i nuovi fuochi di paglia del vivere contemporaneo, abitiamo un tempo di vetrinizzazioni estreme, ipernarrazioni e verità posticce spesso impiegate a fini di propaganda. Come imprese, istituzioni e semplice cittadinanza, abbiamo una nuova responsabilità civica: quella di non inquinare oltre l’ecosistema digitale in cui siamo immersi, verificando le informazioni e producendo solo e soltanto contenuti che rispettino le intelligenze dei nostri interlocutori.

Zed
Le radici a trampolo delle mangrovie sono come funamboli in equilibrio tra l’acqua e la terra, senza appartenere a nessuno dei due elementi. Alla generazione Z succede qualcosa di simile: si muove in bilico tra atomi e bus, riuscendo a crescere rigogliosa su questo terreno in continuo mutamento, un ambiente sempre nuovo e dalle sfide sorprendenti, un nuovo ecosistema che ha dato inizio a una nuova civiltà: l’Età Ibrida.