Palermo e Trapani, in 30 in carcere
Un vasto giro di cocaina è stato scoperto dalla Polizia nelle province di Palermo e Trapani.
TRENTA IN CARCERE PER COCAINA
PICCHIAVANO CHI NON PAGAVA
Un vasto giro di cocaina è stato scoperto dalla Polizia nelle province di Palermo e Trapani. Trenta gli arrestati, a vario titolo, e divisi tra detenzione in cella e ai domiciliari. Il copioso traffico di cocaina è stato scoperto dopo una fitta serie di indagini durate alcuni mesi e concluse dopo l’intercettazione di una telefonata fra due spacciatori, uno dei quali si vantava di avere partecipato ad una spedizione, con altri spacciatori, per malmenare in modo brutale due drogati che, a loro dire, volevano la droga senza pagarla.
L’operazione, denominata “Mirò”, è stata condotta dagli uomini del commissariato di Partinico che hanno accertato, nel tempo, la fiorente attività di spaccio del gruppo degli arrestati, attività che si è estesa al di fuori dell’area di competenza del commissariato fino ad estrinsecarsi in diversi centri della provincia di Palermo quali Trappeto, Caporeale, San Cipirello per sconfinare nel Trapanese, nei centri di Alcamo, Castellammare del Golfo, Santa Ninfa, Gibellina e Mazara del Vallo.
La Polizia di Partinico ha anche documentato come l’attività degli spacciatori era diretta verso un tipo di clientela che, nel tempo, era diventata “fedele” e veniva avvicinata con una certa sicurezza.
Il volume di affari, considerata anche la vastità del territorio e il numero dei clienti identificati, è stato considerato dalla Polizia “notevole”, sebbene non sia stato possibile quantificare, anche approssimativamente, l’ammontare del giro di affari, così come rilevante vengono considerati il numero dei canali di approvvigionamento della droga. Rilevante anche il ricorso alle modalità violente nel caso gli spacciatori avessero incontrato difficoltà di incasso, come nel caso dei due fracassati di botte.
Registrata dalla Polizia anche una telefonata in cui si parla di soldi e dosi: sono due fidanzati appartenenti alla banda ce si scambiano opinioni: entrambi sono finiti agli arresti, lui in carcere, lei ai domiciliari. Lei in particolare si dedicava sia al confezionamento delle dosi, sia alla contabilità del gruppo.
Le indagini proseguono per individuare le fonti di approvvigionamento e se esistono altri componenti della banda.