Lombardia rating a rischio per ben il 35 per cento delle aziende

Studio Temporary Manager, lo studio che fa paura

Lombardia rating a rischio per ben il 35 per cento delle aziende
Alberto Cerini

Analisi Studio Temporary Manager: in Lombardia rating a rischio per ben il 35% delle aziende con fatturato tra i 5 e i 50 milioni di euro, contro una media nazionale del 36%.
La discontinuità con il passato affidata a manager credibili al fianco dell’imprenditore
è la chiave di un risanamento efficace.

A soffrire maggiormente le province di Mantova (40%), Lodi (38%), Pavia (37%) e Milano (36%), seguite da Brescia e Como (entrambe al 34%), Bergamo, Varese e Cremona (33%), Monza Brianza (32%) e da Sondrio e Lecco (entrambe al 29%). Alberto Cerini, STM: “2021 all’insegna dell’incertezza, ma un piano di ristrutturazione aziendale efficace può creare un clima di fiducia e consenso presso i principali stakeholders, offrendo così una seconda possibilità ad un’impresa in crisi”

 

 

Milano, 1 aprile 2021  Crisi d’impresa, piano di risanamento, ristrutturazione aziendale (c.d. Turnaround), sono state tra le parole più ricorrenti del 2020 appena trascorso e le prossime su cui puntare. Un anno complesso per le PMI italiane, che ha visto secondo il Cerved un aumento dei default del +10% rispetto ai mesi pre-Covid e la previsione di un raddoppio per il 2021, nonostante gli aiuti statali e le speranze affidate al Recovery Plan. Ma qual è la situazione oggi? Quante imprese non ce la faranno quando le moratorie e le proroghe finiranno? In questo scenario di incertezza, Studio Temporary Manager S.p.A., società specializzata nei servizi di temporary management al fianco delle aziende in difficoltà, ha elaborato un’analisi sui bilanci depositati presso la Camera di Commercio di circa 72 mila imprese italiane[1], con fatturato tra i 5 e i 50 milioni di euro, fotografando lo stato di crisi delle aziende e dividendole in categorie con rating positivo e critico. Sul totale del campione preso in esame, il 36% presenta al momento un rating a rischio.

 

Se ci si sposta poi a livello regionale, anche la Lombardia mostra segnali di sofferenza. Tra le imprese del territorio analizzate da Studio Temporary Manager (più di 21 mila con fatturato tra i 5 e i 50 milioni di euro), ben il 35% si trova in una situazione di criticità. In particolare, il rating con criticità peggiora e supera la media regionale nelle province di Mantova (40%), Lodi (38%), Pavia (37%) e Milano (36%), seguite da Brescia e Como (entrambe al 34%), Bergamo, Varese e Cremona (33%), Monza Brianza (32%) e da Sondrio e Lecco (entrambe al 29%). Nonostante negli ultimi anni le PMI abbiano cercato di reagire, la pandemia ha messo in luce tutte le criticità finanziarie, produttive e gestionali delle imprese, dovute a diversi fattori come l’assenza di manager adeguati al fianco degli imprenditori e l’incapacità di prevenire e riconoscere per tempo una crisi in corso.

 

“Dalla nostra analisi emerge che già nei bilanci ad oggi depositati sono presenti evidenti segnali di criticità; molto probabilmente l’impatto del Covid e la relativa chiusura a intermittenza di molte attività accelereranno la crisi delle imprese lombarde già fragili, a cui se ne aggiungeranno altre, e ciò comprometterà in modo significativo la capacità delle stesse di far fronte ai propri impegni finanziari futuri – ha dichiarato Alberto Cerini, Responsabile “Corporate Turnaround & Restructuring” di Studio Temporary Manager  Di conseguenza, anche il rapporto con gli istituti di credito è divenuto più complesso e richiede ora più che mai assistenza qualificata per poter accedere alle opportunità finanziarie messe a disposizione dai recenti provvedimenti legislativi. Portare a compimento un piano di risanamento aziendale di successo può offrire una seconda possibilità ad un’impresa in crisi, e per far ciò va creato un clima di fiducia e consenso presso i principali stakeholders, cioè clienti, fornitori, banche e fisco, in quanto è solo con l’appoggio anche di questi ultimi che si può implementare un efficace rilancio aziendale.”

 

Cosa dovrebbero fare gli imprenditori? Secondo Cerini “La discontinuità con il passato affidata a manager credibili al fianco dell’imprenditore è la chiave di un risanamento efficace. Inoltre, è importante da un lato riconoscere ed ammettere la crisi in corso e gli errori fatti nel passato, perché questa consapevolezza permette di non rifare i medesimi errori nel futuro; dall’altro avere il coraggio e la forza di fare cambiamenti, di innovare (anche grazie alle agevolazioni fiscali in essere) e implementare velocemente azioni spesso difficili, se necessario tramite gli strumenti legislativi disponibili, che consentano però poi alla propria impresa di tornare a prosperare.”

 

Per aiutare gli imprenditori Studio Temporary Manager ha realizzato un vademecum di 10 regole utili nei momenti di crisi aziendale:

 

1)        Discontinuità con il passato: identificare il giusto team per la gestione della crisi e affiancare agli imprenditori manager adeguati, se necessario esterni all’azienda

2)        Fermare l’emorragia: stop loss

3)        Essere reattivi: 1 mese vale 1 anno

4)        Ristrutturare l’indebitamento finanziario

5)        Risolvere i problemi industriali

6)        Comunicare in modo efficace il progetto di risanamento ai terzi

7)        Gestire l’azienda per cassa

8)        Focalizzarsi su ciò di cui si ha esperienza (core business)

9)        Porre le basi per il futuro, anche con operazioni di M&A

10)     Avere umiltà ma anche coraggio e forza di innovare

 

TERRITORIO

RATING POSITIVO

 RATING CRITICO

Mantova

60%

40%

Lodi

62%

38%

Pavia

63%

37%

Milano

64%

36%

Brescia

66%

34%

Como

66%

34%

Bergamo

67%

33%

Varese

67%

33%

Cremona

67%

33%

Monza Brianza

68%

32%

Sondrio

71%

29%

Lecco

71%

29%

TOTALE LOMBARDIA

65%

35%

 

REGIONE

RATING POSITIVO

 RATING CRITICO

SICILIA

57%

43%

ABRUZZO

58%

42%

LAZIO

58%

42%

MOLISE

58%

42%

PUGLIA

58%

42%

CALABRIA

59%

41%

BASILICATA

59%

41%

SARDEGNA

59%

41%

UMBRIA

61%

39%

EMILIA ROMAGNA

63%

37%

LIGURIA

63%

37%

TOSCANA

64%

36%

PIEMONTE

65%

35%

LOMBARDIA

65%

35%

FRIULI-VENEZIA GIULIA

66%

34%

VALLE D'AOSTA

66%

34%

CAMPANIA

66%

34%

MARCHE

67%

33%

VENETO

69%

31%

TRENTINO-ALTO ADIGE

69%

31%

TOTALE ITALIA

64%

36%

 

Fonte e campione: Rielaborazione Studio Temporary Manager S.p.A. (www.temporarymanager.info) su base dati AIDA. L’analisi è stata condotta sui bilanci depositati da un campione di circa 72 mila imprese italiane, con fatturato tra i 5 e i 50 milioni di euro, di cui più di 21 mila lombarde.