LOMBARDIA - Ninuzzo cita Fontana, Cattaneo e Gallera.
Bufera Caianiello in Regione
Il servizio di Report avrà fatto letteralmente saltare sulla poltrona il mondo della politica, quantomeno lombarda.
Con scioltezza la trasmissione ipotizza uno stretto legame tra politica e malaffare presentando un intervista infamante di Nino Caianiello che pare dirigere la politica regionale e non solo, indicando a Fontana due noti assessori da nominare: Giulio Gallera alla sanità e Raffaele Cattaneo all'ambiente.
Attacca il Movimento 5 Stelle: "Le dichiarazioni rilasciate da Nino Caianiello alla trasmissione 'Report' gettano ombre inquietanti, sulla giunta che governa Regione Lombardia", dichiara il capogruppo del Movimento Cinque Stelle in Consiglio Regionale, Massimo De Rosa. "Caianiello, riconosciuto da politici e magistrati come il deus ex machina della politica del centrodestra in Lombardia, al punto che su liste e candidature 'non si muova foglia che Nino non voglia' - evidenzia De Rosa - nel corso dell'intervista ha dichiarato: 'Attilio Fontana non fa la politica, e' un gestore della politica e risponde agli accordi. Attilio Fontana e' un front office della politica', non solo: 'Questa gente vota - riferito a esponenti di famiglie riconosciute come prossime agli ambienti 'ndrangheta - E si vince anche solo per un voto. Qualcuno avrebbe dovuto intercettarli'".
Per l'esponente dei 5 Stelle "sono parole di una gravita' inaudita, in merito alle quali auspichiamo una pronta smentita e immediata presa di distanza da parte del presidente Fontana.
Da lui ci aspettiamo un'immediata querela nei confronti di Caianiello e pretendiamo un altrettanto immediato chiarimento in Aula. Altrimenti, data la gravita' della situazione, e' opportuno si dimetta".
Anche per il capogruppo del Pd Fabio Pizzul "le notizie emerse dall'ultima puntata della trasmissione di Report Rai 3 gettano un'ulteriore ombra sulla terzieta' e sull'assenza di conflitti di interessi in capo, in particolare, al presidente di Regione Lombardia. E' interesse dei lombardi e dell'istituzione regionaleche venga fugato ogni dubbio riguardo sistemi paralleli di relazioni poco trasparenti, che vengano rimosse consulenze che non rispettino i criteri di legge e sanzionati eventuali comportamenti scorretti.". Per Pizzul, "il semplice sospetto che ci siano ramificazioni di potere che nascondono contatti o anche solo indulgenza nei confronti di possibili infiltrazioni dellacriminalita' organizzata mette i brividi. Sarebbe anche utile comprendere se l'Asst Nord Milano e tutte gli altri enti che fanno riferimento alla Regione siano in grado di compiere le istruttorie necessarie a verificare correttamente la sussistenza di conflitti di interesse".