L'arte invisibile in un museo inesistente
Arte invisibile in un museo invisibile è l'idea di un gruppo curatoriale Zaira Oram con l'obbiettivo di riportare il suono al centro dell'interesse artistico.
Arte invisibile in un museo inesistente
Si può ammirare un arte invisibile? Si ,il 21 gennaio 2021 si materializzerà il primo museo invisibile e nel suo interno un' arte invisibile resa potente e godibile unicamente dal suono.
Una bizzarra idea voluta e ideata da un collettivo di curatori le cui socie fondatrici sono Francesca Ceccherini e Eleonora Stassi.
Da questo gruppo di donne provenienti da esperienze di sperimentazione delle arti visive e del suono nasce OTO Sound Museo, contenitore digitale dedicato alle sperimentazioni sonore.
Un museo virtuale come nella poetica di Italo Calvino nella "Città invisibile" o citando Munari nel "Museo inventato", pone una domanda motore del progetto: come sollecitare l'immaginazione?
L'idea nasce dal lock down, quando il mondo artistico si è forzatamente fermato con restrizioni, chiusure dei musei, fondazioni, luoghi d'arte... tutto immobile e in attesa.
Superato un primo grande spaesamento, all'interno dei musei la vita artistica non si è fermata. Si è assistito a grande fermento creativo mediatico con podccast, materiali audiovisivi fruibili da remoto, gallerie e fiere unicamente online, tour virtuali. Bombardati da immagini, con ritmi incessanti che non lasciavano neanche il tempo di un respiro, la cui unica necessità era colmare la paura del vuoto, dell'ignoto, dell'incerto.
All'interno di questo scenario un collettivo curatoriale chiamato Zaira Oram si è dato l'obbiettivo di riportare il suono al centro dell'interesse artistico e sociale.
OTO Sound Museum
Oto dal greco significa orecchio e questo "invisibile" museo diventa contenitore digitale dedicato alla sperimentazione sonora, scevro da immagini distraenti e suferflue.
Saranno solo voci e suoni spogliati di immagini imposte, solo l'udito come percettore di invisibili esperienze, capace di raggiungerci nella quotidianità e portarci lontano nella memoria.
Aprirà virtualmente il 21 gennaio 2121, lo si potrà seguire nel sito www.oto.museum.
Nel primo anno di vita il palinsesto sarà composto da 1 opera sonora al mese, ci saranno compositori, artisti sonori, tutti si esibirranno in un architettura digitale ispirata al cenotafio di Newton.
Il museo ora smaterializzato potrà avere spazi concreti nei 4 istituti partner come la Rada di Locarno, Migrations Museum di Zurigo, il Krone Couronne di Bienne. e il Kunst Halle di Sankt Gallen.
Non ci resta che chiudere gli occhi e ascoltare l'invisibile suono dell'arte
Chiara Sticca