Coronavirus, gli errori del passato non hanno insegnato molto
il legale del Comitato Emilia Romagna Parenti vittime in Rsa e Cra, Avv. Gianni Casale, il quale fa un analisi molto cruda
“SECONDA ONDATA DI PANDEMIA, SECONDA ONDATA DI ESPOSTI. ORA VOGLIAMO VEDERE SE ANCHE QUI SARANNO VITTIME INEVITABILI”
Non c'è pace per i nostri anziani. Non c'è pace nemmeno per i loro parenti che anche in questa seconda ondata di pandemia hanno dovuto ritrovarsi con il loro dolore. La seconda ondata di ritorno era stata prevista da molti infettivologi e questo avrebbe dovuto far presumere ad un maggiore prontezza del sistema sanitario nel proteggere i nostri cari anziani; invece no, ed in questa nuova fase le vittime sono perfino aumentate in un trand dagli aspetti drammatici.
Abbiamo avvicinato il legale del Comitato Emilia Romagna Parenti vittime in Rsa e Cra, Avv. Gianni Casale, il quale fa un analisi molto cruda: “E' evidente che gli errori del passato non hanno insegnato molto. Se è vero che alcune Rsa e Cra interessate dalla prima ondata sono riuscite a limitare gli esiti nella seconda, è altrettanto drammaticamente vero che alcune strutture Covid-free nella prima sono rimaste drammaticamente coinvolte in un numero di decessi che non ci si aspettava in seguito. Questo significa che le prime si sono dotate di protocolli efficaci e performanti rispetto agli errori ed omissioni iniziali, mentre le seconde (probabilmente) hanno dormito sugli allori.
Non si sa cosa sia più grave, ma fatto sta che stanno iniziando a bussare alla porta del mio studio i parenti delle vittime di questa nuova ondata che ha falcidiato a più non posso le esistenze di inermi anziani.”
Chiediamo come mai, tuttavia, numericamente gli esposti sono ancora limitati rispetto alla prima ondata.
“Le notizie di archiviazioni da parte delle Procure in tutto il paese ha, di fatto, creato un effetto “frenante” rispetto alla determinazione dei parenti di denunciare carenze ed omissioni nelle strutture. Questo clima di sfiducia ha indotto molti a lasciar perdere demotivati da un atteggiamento evidente che va a giustificare l'operato di quegli amministratori che avrebbero dovuto essere pronti sin da subito. Per fortuna l'aria sta cambiando e sto notando che c'è una ripresa nel desiderio di fare luce nelle morti dei propri cari”.
Ci si prepara, quindi, ad una nuova stagione di esposti / querele e, conseguentemente, ad un ulteriore lavoro d'indagine dei Carabinieri, soprattutto per i Nas di Parma e Bologna.
“In questa seconda fase, anche memori dell'esperienza della prima ondata di esposti presentati, ci attiveremo in modo molto più strutturato per indagini più ficcanti per muoverci parallelamente alla Procura perchè non vogliamo lasciare nulla al caso visto che i casi stanno arrivando da tutta la regione. - prosegue l'avv. Casale – L'invito è a segnalarci i casi e noi saremo pronti a coadiuvare l'assistenza di coloro che sono determinati a non far passare la morte dei propri cari come morti inevitabili”.
In questi giorni il noto professionista modenese è impegnato nella lettura dell'ampio carteggio che riguarda le prime richieste di archiviazione dalle quale non riesce ad esimersi da sconsolate considerazioni: “Quello che stiamo leggendo proprio non ci piace. Le argomentazioni della Procura hanno fin troppo di paternalistico e generalistico per essere un qualcosa che esce dal portone di Corso Canalgrande n.81. Ho la netta impressione che si sia cucito un vestito adatto per tutte le stagioni poi adattabile ad ogni caso concreto.
Da quello che ho potuto constatare dalla documentazione agli atti è evidente che i presidi medici sono stati reperiti in adeguata quantità solo dopo le metà del mese di Marzo e sempre dopo la metà di Marzo sono stati fatti i corsi di aggiornamento sull'uso degli stessi e sui protocolli quando i primi decessi per Covid erano già iniziati all'inizio di Febbraio. Un ritardo tremendamente drammatico ed inescusabile”.
Ma avvocato Casale, Voi come Comitato dove sfogate la Vostra indignazione ?
“I morti ormai sono morti e la Giustizia dovrà dare dignità almeno alla loro scomparsa che, riteniamo, non era ineluttabile. L'indignazione attuale è, invece, per la totale assenza di un piano di gestione che comprenda anche il monitoraggio di queste strutture.
Il Comitato, mio tramite ha da tempo fatto presente di essere il promotore di un sistema di gestione (ndr. denominato Defcon1) che sarebbe stato in grado (e lo sarebbe tuttora) di venire in aiuto non solo delle Rsa e Cra ma anche di permettere l'apertura delle attività commerciali e le scuole sin da subito, ovvero dal 07/03/2020 data della propria stesura finale.
Tutto il materiale è stato messo a disposizione di molti dei Governatori delle Regioni, tra cui quello della Regione Emilia Romagna, ma sono state fatte orecchie da mercante senza che, ad oggi, sia stata data prova di avere valide alternative. Ad oggi i tecnici che hanno potuto visionare il progetto si sono dichiarati entusiasti e ammirati del lavoro svolto ma, evidentemente, i politici guardano con occhi diversi”.
E' una vicenda particolarmente delicata dove il dolore si mischia all'indignazione, e s'imbatte nello stupore nella consapevolezza dell'esistenza di una valida piattaforma tecnica gestionale in grado di creare quel collante, quella rete di cui non v'è traccia all'orizzonte.