Condanna a morte Ahmadreza Djalali - Panza (Lega): chiesto intervento immediato dell’UE e degli Stati Membri.
Bruxelles-26-11-2020- "Oggi, giovedì 26 novembre, abbiamo sottoscritto insieme con molti colleghi eurodeputati una lettera rivolta all’Alto Rappresentante Borrell per chiedere un intervento immediato dell’Unione Europea e dei suoi Stati Membri contro quest’ennesimo orrore che sta per compiersi in Iran, dove rischia di essere giustiziato Ahmadreza Djalali, il ricercatore europeo di origini iraniane che ha lavorato anche all’università del Piemonte Orientale di Novara –dichiara l'europarlamentare della Lega Alessandro Panza-.
Djalali, che ha doppia cittadinanza, iraniana e svedese, nel 2016 fu arrestato in Iran, dove era tornato per partecipare a una serie di seminari all' università di Teheran, con l'accusa di spionaggio.
Ogni ora è preziosa e non c’è tempo da perdere -prosegue Panza-. Secondo quanto riportato ad Amnesty International infatti, il ricercatore esperto di Medicina dei disastri e assistenza umanitaria è stato trasferito in isolamento nella prigione di Raja’i Shahr a Karaj e sarà presto eseguita la sua condanna a morte" – conclude Panza.
Così in una nota l'europarlamentare della Lega, Alessandro Panza.
Ma anche a sinistra ci sono appelli e spinte alla sua liberazione:
Quello di Ahmadreza Djalali è un caso che sto seguendo con grande preoccupazione. Ahmad è un medico, uno scienziato di fama internazionale, un ricercatore con una grande carriera di collaborazioni, tra cui la creazione di un importante Centro di Ricerca dell'Università degli Studi del Piemonte orientale.
I suoi lavori sono concentrati sulla medicina delle catastrofi e ha avuto oltre 700 citazioni accademiche.
Dal 2016, però, è detenuto in Iran con l'accusa di spionaggio e, nel 2017, è stato condannato a morte, nonostante un impianto accusatorio molto fragile contestato dalle organizzazioni internazionali impegnate per la difesa dei diritti umani. Pensate che il suo avvocato non ha potuto neanche leggere i fascicoli dei casi.
In questi anni siamo intervenuti a più riprese con interrogazioni e lettere per denunciare le false accuse, la mancanza di assistenza sanitaria che ne ha deteriorato le condizioni di salute, per chiederne la liberazione immediata. Purtroppo siamo venuti a sapere da sua moglie che la sua esecuzione potrebbe essere imminente e, insieme ad alcuni colleghi, ho inviato una richiesta all’Alto Rappresentante Josep Borrell per un intervento urgente a riguardo e insieme ai colleghi
Giuliano Pisapia
,
Pierfrancesco Majorino
e
Andrea Cozzolino
ho scritto una lettera ufficiale al Presidente iraniano Rohani.
Ahmadreza Djalali è anche cittadino svedese e quindi cittadino europeo, continueremo a insistere per chiederne la liberazione e in ogni caso per sottrarlo alla pena di morte, una barbarie contro cui l’Europa continuerà a lottare in tutto il mondo.