Biden e Putin: i duellanti
di Edoardo Varini
L’unico capo di Stato che ancora non si è congratulato con il neoletto presidente statunitense Joe Biden è Vladimir Putin. Certo lo zar non aveva mai avuto un presidente americano amico quanto Trump, al punto da avere collaborato, tramite i servizi segreti sovietici, alla sua elezione nel 2016.
Negli anni dell’amministrazione Trump, Joe Biden denunciò più volte l’assalto russo alle fondamenta della democrazia occidentale, ribadendo in svariate occasioni che la sua politica verso Mosca sarà basata sul pesante uso di sanzioni, l’espansione e il potenziamento della NATO e la creazione di un fronte democratico internazionale che possa fare da argine a vecchi e nuovi autoritarismi.
Biden ha appoggiato la decisione dell’amministrazione Trump di inviare armi all’Ucraina e si è espresso negli anni a favore dell’ingresso di Georgia e Ucraina nell’Alleanza Atlantica. Infine, l’ex vicepresidente si è opposto al ritorno di Mosca nel G7, mentre si è detto aperto a negoziare nuovi trattati per la riduzione degli arsenali missilistici dei due paesi.
Ci si aspetta quindi che l’arrivo alla Casa Bianca di Biden coincida con un maggiore inasprimento dei rapporti Washington-Mosca.
Andrey Kortunov, il capo del RIAC (Russian International Affair mi scopo), l’ha detto in due parole: «L’elezione di Biden porterà a un consolidamento dell’Occidente su una piattaforma anti-russa».
I dissapori fra i due presidenti paiono essere il frutto di un’antica ostilità, sfociata nove anni fa nella seguente frase rivolta da Biden al capo di stato sovietico durante una riunione: «Ti guardo negli occhi e non credo che tu abbia un’anima».