Avellino: duro colpo al Clan Partenio
Disarticolata un'organizzazione malavitosa composta da membri di spicco del cosiddetto “Nuovo Clan Partenio”. Eseguite 14 ordinanze di custodia cautelare.
Disarticolata un'organizzazione malavitosa composta da membri di spicco del cosiddetto “Nuovo Clan Partenio”. Eseguite 14 ordinanze di custodia cautelare.
I Comandi Provinciali dell’Arma dei Carabinieri di Avellino e della Guardia di Finanza di Napoli hanno eseguito un'ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 14 indagati (8 in carcere e 6 ai domiciliari) e al sequestro preventivo di 5 società e dei relativi beni, crediti, azioni e quote sociali, per un valore complessivo stimato di circa 4 milioni di euro.
I reati contestati sono quelli di associazione per delinquere di tipo mafioso, estorsione, scambio elettorale politico-mafioso, turbata libertà degli incanti, falsità materiale, truffa, trasferimento fraudolento di valori e riciclaggio.
Il provvedimento è stato emesso dal GIP di Napoli su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia e Antiterrorismo partenopea, che ha coordinato le attività condotte congiuntamente dal Nucleo Investigativo dell’Arma dei Carabinieri di Avellino e dal Nucleo di Polizia Economico Finanziaria della Guardia di Finanza di Napoli.
L’indagine è stata denominata “ASTE OK” e ha consentito di disarticolare un’organizzazione malavitosa composta da membri di spicco del cosiddetto “Nuovo Clan Partenio” (egemone nel capoluogo irpino, oggetto dell’operazione “PARTENIO 2.0”, condotta il 14 ottobre del 2019), nonché da imprenditori e professionisti.
Le indagini hanno fatto emergere un contesto di interessi criminali del gruppo camorristico in espansione al settore delle aste e delle acquisizioni immobiliari e interessato a influenzare la vita politica e amministrativa della città di Avellino, per poter accedere alla “cabina di regia” delle scelte operate dalla Pubblica amministrazione in materia di urbanistica e di edilizia.
Sono state svolte indagini economico-finanziarie per monitorare i trasferimenti di immobili venduti all’asta che hanno consentito di evidenziare legami tra sodali camorristi, titolari di società di intermediazione immobiliare e professionisti nel settore che impedivano ai proprietari esecutati la partecipazione alle aste giudiziarie che avevano per oggetto i loro beni.
Il gruppo acquistava i beni alle aste e li offrivano ai vecchi proprietari con prezzi molto lievitati.
L’indagine ha evidenziato anche una proposta di scambio di voti in occasione delle elezioni del Consiglio Comunale di Avellino del giugno 2018 da parte di appartenenti al clan Genovese-Galdieri, nei confronti di un candidato consigliere - poi eletto - figlio di un boss detenuto, appartenente al medesimo gruppo, in cambio della riassegnazione della gestione di un centro sportivo sito in Avellino.
Oltre a numerose perquisizioni nei confronti dei soggetti ritenuti organici o contigui al sodalizio criminoso, è stato eseguito anche un provvedimento di sequestro preventivo relativo a 5 società (i cui titolari sono tra i destinatari della misura cautelare), di cui:
- 1 struttura di assistenza sociale-residenziale;
- 2 società immobiliari;
- 1 società di consulenza amministrativa;
- 1 attività di ristorazione.
L’intero patrimonio delle società sottoposto a sequestro (tra cui 59 fabbricati e 26 terreni) è stato stimato in circa 4 milioni di euro, al quale si aggiungono le disponibilità finanziarie già sequestrate nei confronti degli indagati in data 14 ottobre 2019 ammontanti a circa 1,5 milioni di euro.