A Carnevale ogni scherzo vale!

Dai tempi antichi ogni anno questa festa simboleggia una nuova cosmogonia, il passaggio dal caos ad un nuovo ordine, in una rivoluzione dei ruoli che la società ci impone.

A Carnevale ogni scherzo vale!
Fotografia, Thomas Vogel

11 Febbraio 2021

Anche quest’anno è arrivato Carnevale! 

Quello che simboleggia questa festa sono le buonissime frittelle alla crema, alla mela, all’uvetta o al cioccolato, o le famosissime chiacchere, sfoglie fritte cosparse di zucchero a velo.

Un altro simbolo sono gli immancabili coriandoli colorati che vengono lanciati in aria e riempiono ogni strada e marciapiede, insieme alle stelle filanti.

Ma ovviamente soprattutto i costumi e le maschere connotano questa festa.

In ogni vicolo dal Giovedì al Martedì grasso si vedono gruppi di bimbi mascherati da principessa o ballerina, da zorro o da uomo ragno..

Pochissimi adulti invece si travestono, molti pensano di non avere più l’età adatta, come se superata l’infanzia e la gioventù, non fosse piu’ un loro diritto volere scherzare o prendersi in giro.

La società contemporanea non prevede infatti che un adulto possa ironizzare piu’ di tanto sul proprio ruolo, professionale, sociale, o famigliare che sia..

Ma qual è l’origine del Carnevale?

Il Carnevale è una ricorrenza che non ha un giorno prefissato nel calendario ed è presente nei paesi di tradizione cristiana.

Il termine deriva dal latino “Carnem levare” (eliminare la carne), in relazione all’ultimo banchetto di questa festa, subito prima del periodo di astinenza della Quaresima che confluisce nella Pasqua.

I festeggiamenti sono tra il Giovedì e il Martedì grasso, che chiude i festeggiamenti, mentre la Quaresima inizia il giorno dopo, il giorno del Mercoledì delle Ceneri.

Le sue origini risalgono alle feste dionisiache greche o ai saturnali romani.

Nella festa della Dea egizia Iside erano presenti gruppi mascherati, ne parla Apuleio nelle Metamorfosi.

Nell’antica Roma, Mamurio Veturio coperto di pelli di capra in processione rappresenta la fine del vecchio anno.

Nelle Anesterie, feste in onore di Dioniso tipiche della Grecia, si celebrava con il vino l’arrivo della Primavera, tra Febbraio e Marzo.

A Babilonia dopo l’equinozio primaverile c’era invece una processione, in cui le forze del caos contrastavano la ricreazione dell’universo, nel mito della morte e resurrezione del Salvatore Marduk, che sconfiggeva il drago Tiamat.                                 

Era presente anche un corteo in cui una nave a due ruote, su cui erano presenti il Dio Luna e il Dio Sole, percorreva la via della festa verso il santuario di Babilonia, simbolo della Terra.

In tutte queste culture e nelle loro processioni era rappresentata la Cosmogonia, il passaggio dal Caos all’ordine e a una nuova creazione del Cosmo, nel mito che narra le origini dell’universo.

Oggi ci sono dei Carnevali famosi, come quello di Venezia, di Acireale, di Viareggio e di Ivrea, i cui carri e processioni corrispondono a quelle dei vecchi miti.

Il principio che ha sempre connotato questa festa è stata la rivoluzione dei ruoli precostituiti, il capovolgimento dell’ordine sociale o morale, la sospensione delle norme, la violazione dei divieti e la libertà sfrenata.

Nei popoli indoeuropei e non solo, queste cerimonie avevano anche una valenza purificatrice.

Sin dalle tragedie e commedie antiche infatti, gli attori che si travestivano si facevano altro da sé, permettendo anche agli spettatori di immedesimarsi in loro, purificando la propria anima in una catarsi.

Tutt'oggi questa ricorrenza simboleggia una rivoluzione dei ruoli che la società ci impone.

Che noi siamo grandi o piccini, possiamo vestirci da re o regina, da orso o farfalla, da frutta o verdura, da poliziotto o da sirena, da Pierrot o Pulcinella, ma la cosa più importante e’ che a Carnevale ogni scherzo vale e ci si ci prende in giro anche se solo per poche ore!

Francesca Cavellini