Amianto. Lorenzo Motta: gli scheletri nell’armadio della Marina Militare

Sono smentite le ricostruzioni negazioniste, in linea con quanto dichiarato dall’Avv. Ezio Bonanni

Amianto. Lorenzo Motta: gli scheletri nell’armadio della Marina Militare

L’uso su larga scala di uranio impoverito in Iraq… dalle 300 alle 450 tonnellate, quantità 30 volte superiore a quella impiegata nei Balcani”, così riferisce il Gen. Roberto Vannacci.

Sono smentite le ricostruzioni negazioniste, in linea con quanto dichiarato dall’Avv. Ezio Bonanni udito dalla Commissione Parlamentare di Inchiesta della Camera dei Deputati all’adunanza del 06.12.2017, come ribadito nella relazione finale del 07.02.2018.

Storie incredibili di "disattenzioni" di organi dello Stato deputati a difenderci, com'è possibile?

Cominciamo dall'inizio, cos'è l'uranio? L’Uranio è un metallo pesante che si trova in piccole quantità nelle rocce, suolo, acqua e quindi anche nei cibi, si usa nei reattori nucleari esso deve subire il processo di arricchimento, cioè si deve aumentare la percentuale di 235U e 234U in esso contenuto.

Coeme riportato da fisicamedica.it: Il materiale che ne deriva è noto come uranio arricchito, e la sua concentrazione di 235U in peso varia fra il 2% ed il 90%.

Quali sono i problemi riscontrati?

"I problemi clinici anche gravi possono avvenire nel momento in cui l’uranio entra nel corpo umano sotto forma di pulviscolo e ancora di più se nella costruzione dei proiettili si è utilizzato l’Uranio proveniente dalle centrali nucleari in quanto questo può contenere l’isotopo 236 che è pericolosissimo per l’uomo se viene inalato (cioè se trasportato nei polmoni dalla respirazione)." (fisicamedica.it)

Le gravi conseguenze sulla salute, sono oggetto di continue denunce di ONA, di cui riportiamo uno dei tanti casi seguiti con "le dichiarazioni di Lorenzo Motta, sottoufficiale della MM che è stato colpito da diverse patologie, riconosciute come causa di servizio in particolari condizioni ambientali ed operative eccedenti l’ordinarietà, ai sensi dell’art. 1, co. 564, L. 266/2005, e art. 1 del d.p.r. 243/2006."

Le denunce hanno portato tante sentenze:

"i legali del sottoufficiale, l’Avv. Ezio Bonanni del Foro di Roma e l’Avv. Pietro Gambino del Foro di Sciacca, sugli scudi per aver ottenuto significativi risultati, tra cui la sentenza del Consiglio di Stato n. 837/2016, con la quale si afferma il seguente principio di diritto: “nei casi come quello in esame, nell’accertare i presupposti sostanziali della dipendenza della patologia da causa di servizio la P.A. procedente ed i suoi organi tecnici sono gravati da un onere di istruttoria e di motivazione assai stringente, circa la sussistenza inconcreta, delle circostanze straordinarie e dei fatti di servizio che hanno esposto il militare ad un maggior rischio rispetto alle condizioni ordinarie di attività. Non considerano le appellanti che, nei casi delicati qual’è quello in esame, all’interessato basta dimostrare l’insorgenza della malattia in termini probabilistico – statistici, non essendo sempre possibile stabilire un nesso diretto di causalità tra l’insorgenza della neoplasia e di contesti operativi complessi o degradati sotto il profilo bellico o ambientale in cui questi è chiamato ad operare."

Vicende importanti con esiti talvolta letali ma non solo sui militari:la popolazione del luogo può essere sottoposta a rischio in quanto l’uranio disperso sul campo di battaglia viene trasportato dal vento e quindi respirato mentre i residui a terra possono contaminare il terreno, l’acqua e quindi entrare nella catena alimentare.

Ricordiamo l'intervista rilasciata a Giuseppe Criseo per Varese Press, https://youtu.be/pcOyNwSgWWk