Agcom, maxi-multa per la Rai. Nel mirino anche il Festival di Sanremo: "Ruolo stereotipato della donna".

Agcom, maxi-multa per la Rai. Nel mirino anche il Festival di Sanremo: "Ruolo stereotipato della donna".

Mazzata da 1,5 milioni

L'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni italiana (Agcom) ha inflitto una mazzata alla Rai. Nel mirino anche l'ultimo Festival di Sanremo.

Secondo l'Agcom, che ha concluso un procedimento per presunto inadempimento degli obblighi di servizio pubblico, riferito in particolare alla tematica del pluralismo dell'informazione. ha infranto il Contratto di Servizio, perchè «è stata carente nella particolare responsabilità richiesta al servizio pubblico di garantire la “dignità della persona” e nella rappresentazione dell’immagine femminile», I rimproveri alla kermesse canora condotta da Amadeus sono severi: «In relazione alla trasmissione del Festival di Sanremo si evidenzia che sono pervenute all’Autorità diverse segnalazioni che lamentavano la scorretta rappresentazione dell’immagine femminile e il ruolo stereotipato della donna nelle trasmissioni RAI. Anche in questo caso è stata verificata una carenza della particolare responsabilità richiesta alla RAI nella garanzia della dignità della persona e nella rappresentazione dell’immagine femminile». La Rai, da parte sua, evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti", ha annunciato che contesterà le osservazioni dell'Agcom punto per punto. Sempre l’Autorità, inoltre, ha accusato nelle motivazioni depositate, di avere ravvisato la violazione dei principi di “indipendenza, imparzialità e pluralismo” in una serie di specifici episodi. E’ la prima volta che il Garante si esprime in termini così severi nei confronti della Rai. Lo si apprende dalle motivazioni del provvedimento di condanna che il Garante aveva emesso ai danni dell’emittente, multandola per 1,5 milioni di euro. In ragione di questa violazione – ha evidenziato l’Agcom, ora lo Stato avrebbe il diritto di negare alla Rai una parte del canone. Nel mirino dell’Authority è finito, in particolare, il Tg2 di Gennaro Sangiuliano. Sotto accusa, ad esempio, il servizio che il notiziario ha dedicato (il 19 e 20 maggio del 2019) al presunto “fallimento del modello svedese di accoglienza dei migranti” , nel quale sarebbe stato rappresentato solo un unico punto di vista. Ci chiediamo, in questo caso, se il giudizio abbia o meno tenuto conto che esiste un diritto all’interpretazione della notizia da parte della testata (che ovviamente non deve sostituirsi alle verità fattuali, ça va sans dire). Nell’edizione delle ore 13 del Tg2 del 26 luglio, invece, il Tg2 aveva comunicato l’assassinio del vice-brigadiere Mario Cerciello Rega, sostenendo “nei titoli e nel lancio da studio e nel servizio, con una assoluta certezza, che i responsabili dell’omicidio fossero indicati come ‘due nordafricani’, mentre la responsabilità presunta è presto ricaduta su due cittadini statunitensi“.Nella lista nera, anche un servizio del Tgr Emilia Romagna (28 aprile 2019, edizione delle 19.30) sulla manifestazione dei nostalgici a Predappio. In esso – denuncia l’Agcom – “si raccoglievano le dichiarazioni di alcuni presenti, ivi compresa la nipote di Mussolini, al limite dell’apologia del fascismo“.Secondo l’Autorità, anche Bianca Berlinguer e Gad Lerner hanno peccato per il mancato pluralismo, ma nei loro confronti si rileva un atteggiamento più indulgente, che considera le loro sviste quasi ‘veniali’ e dettate imprevedibilità della diretta tv.Nel documento emesso, l’Agcom ha anche passato al setaccio i tempi di parola e di notizia riservati ai politici, denunciando “una costante e reiterata e sistematica sotto-rappresentazione nei notiziari” del M5S nel periodo agosto 2019-gennaio 2020. Anche i ministri, i viceministri e i sottosegretari grillini sarebbero stati penalizzati rispetto alle altre forze di governo.