Sanita, Arcuri delude, sindacato ULS
Si continua col precariato
Rimaniamo delusi e ci indigniamo per l’ennesimo ricorso al precariato istituzionale nel Bando del Commissario Arcuri volto al reclutamento di 3mila Medici e 12mila Infermieri in vista del piano di vaccinazione anti COVID in tutta Italia –affermano in una nota dal Direttivo Nazionale ULS Unione Lavoratori Sanità.
Non bastava la quota di 9 miliardi di euro destinata nel Recovery Plan alla Sanità, non sono stati sufficienti gli oltre 80mila contagiati tra gli operatori sanitari molti dei quali assunti a tempo determinato. Si continua sulla strada chiusa del precariato rivolgendosi alle Agenzie per il Lavoro attraverso un accordo quadro che dovrà individuare il personale che dovrà gestire la più grande vaccinazione di massa della storia con assunzioni di 9 mesi.
La storia recente e recentissima non ha insegnato nulla –proseguono i Sindacalisti. Tagliare posti letto e non assumere personale stabile sono elementi che hanno contribuito al default della Sanità in questo paese. La tragedia del Covid 19 ha messo in luce l’importanza della protezione sociale dei Lavoratori. L’intermediazione delle agenzie lavoro, oltre ad un probabile aumento dei costi totali, comporterebbe per l’operatore sanitario che accetterà tali condizioni un periodo con meno diritti di altri Lavoratori e di non essere protetto dall’indennità di disoccupazione o da altri strumenti di protezione sociale, come il congedo retribuito per malattia o la tutela infortunistica.
Alla luce della crisi dovuta al COVID-19, questo è il momento opportuno per seguire queste linee guida e ristrutturare o ricostruire i sistemi esistenti. È evidente che tutti i Lavoratori e le Lavoratrici, indipendentemente dalle modalità di lavoro, debbano poter accedere all’assistenza sanitaria assicurativa e previdenziale, debbano poter rimanere a casa quando si ammalano e beneficiare del sostegno al reddito in caso di riduzione dell’orario o di perdita del lavoro a causa della crisi.
Recentemente, la Raccomandazione dell’OIL (n. 202) sui sistemi di protezione sociale, del 2012 , ha stabilito che tutti i paesi dovrebbero garantire ai Lavoratori e alle Lavoratrici almeno un livello di protezione sociale di base e garantire un progressivo adeguamento di protezione a quante più persone e il più presto possibile. In Italia siamo nel 2020 e ancora ci rivolgiamo alle Agenzie per il Lavoro. Nel settore della Sanità poi è veramente inaccettabile –concludono dal Sindacato ULS